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Tre generazioni di registi

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Tre film e tre generazioni di grandi maestri del cinema italiano uniti da una stessa idea, il progetto «perFiducia», sostenuto da Banca Intesa SanPaolo, che cerca di restituire nuovo slancio agli italiani. Questa l'ispirazione a cui hanno attinto Ermanno Olmi, Gabriele Salvatores e Paolo Sorrentino. I tre film, della durata di circa 10 minuti ciascuno, saranno trasmessi domani su Sky Cinema 1, nelle sale cinematografiche e sulle reti nazionali in formato ridotto. Dai tre corti, che si chiudono tutti con un sorriso nel finale, emerge un'Italia che vive questo momento di crisi con senso di sacrificio, tanta solidarietà e qualche sotterfugio. Olmi racconta «una storia vera, quella di due studentesse del Politecnico Maral che hanno vinto un premio per aver ideato un braccialetto per bambini diabetici. Poi, durante un viaggio in treno avvicineranno un personaggio autorevole che le aiuterà a realizzare il loro sogno. Occorre offire speranza e se questa opportunità trova riscontro nella fiducia, diventerà poi portatrice di gioia». Con «Stella», Salvatores (impegnato a preparare i film «Happy Family», tratto dall'omonimo testo teatrale e "Il sopravvissuto dal romanzo di Scurati) ha invece realizzato un racconto «ambientato dagli anni '80 fino ai giorni nostri, dove la fiducia nasce dalla solidarietà tra due donne. Da anni mi accusano di dedicarmi solo a personaggi maschili e ora ho voluto togliermi lo sfizio di rappresentare le donne, modelli di fiducia. Non è facile raccontare l'Italia, un Paese dove un indagato diventa una star e una povero pasticcere, come nel mio film, un grande chef». Grazie al suo realismo magico, con «La partita lenta» Sorrentino ha voluto mettere in risalto, in bianco e nero, «un incontro du rugby, senza dialoghi ma con molte allusioni: è una metafora popolare e sportiva che rievoca la fiducia, pur nelle difficoltà, nel raggiungere una meta conquistando l'approvazione dei propri familiari». Alle polemiche della stampa, che contesta l'idea delle banche - in parte responsabili di questa crisi - di assoldare artisti per promuovere se stesse, Olmi ha risposto che «Sibelius diceva come fosse bello parlare di arte con i banchieri, perché con gli artisti si finiva di parlare sempre di soldi». Per Savatores «ci sono sempre stati re e buffoni, anche a Michelangelo è stata commissionata la Cappella Sistina, ma poi ha creato ciò che voleva». Per Sorrentino, infine, «le cose vengono commissionate fino a un certo punto, quando poi si realizza un'opera come in questo caso il film diventa una cosa solo tua».

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