...strabocchevole ed entusiasta: tutto come annunciato.

Moltaemozione tra i delegati, dal momento che l'appuntamento per quanto scontato — il Pdl in fondo esiste già dalle scorse elezioni politiche, Berlusconi è il leader riconosciuto e assoluto, non c'è nessuna linea politica da approvare o respingere — ha comunque una sua solennità politica: viene alla luce il più grande partito della storia repubblicana, si apre con ogni probabilità una pagina nuova della politica italiana. «Io c'ero» potranno certificare un giorno quelli che c'erano veramente. Avendo due interventi a disposizione, quello d'apertura e quello di chiusura, Silvio Berlusconi ha scelto di dividere a metà la materia del suo discorso. Ieri pomeriggio ha parlato del passato e del presente, ricordando le tappe salienti della sua avventura politica e le realizzazioni dell'attuale governo. Domani, dopo che sarà stato consacrato alla guida del Pdl, parlerà del futuro: di ciò che intende fare per cambiare l'Italia e le sue istituzioni, per rilanciare l'economia e la speranza, per dare un senso compiuto e una forma duratura alla sua avventura di questi anni. Nel frattempo, un anticipo del domani vagheggiato dal Cavaliere s'è avuto attraverso le facce dei giovani — ragazzi e ragazze — seduti nelle prime file, che un'accorta regia ha puntualmente inquadrato nel corso della lunga cerimonia d'apertura; attraverso i discorsi dei quattro giovani — Giada, Ulderico, Alessia e Marco — che hanno spiegato, raccogliendo molti applausi, le ragioni della loro scelta militante all'interno del nuovo partito. Discorsi semplici ma accalorati, usciti dalle labbra di chi nel 1994, quando tutto cominciò, era ancora un bambino: il che basta a ricordare che il berlusconismo, comunque lo si giudichi, è ormai un pezzo importante della storia di questo paese, avendo allevato ai suoi valori e al suo linguaggio almeno due generazioni di italiani. Berlusconi, nel suo intervento, ha ripetuto il se stesso di quindici anni fa, arrivando a citare pezzi interi dei suoi vecchi discorsi. Lo ha fatto nella convinzione che le sue parole di un tempo — per la libertà, contro la sinistra, per l'individuo, contro lo Stato padrone — siano oggi più attuali che mai: la verità, anche quella politica, non teme il trascorrere del tempo. Le sue idee sono sempre le stesse, nella loro formulazione originaria, ma sono nel frattempo cambiati gli uomini che dovranno veicolarle. E dunque largo a facce nuove, a persone non consumate dal gioco della politica, proiettate nel domani e libere dai condizionamenti del passato. La voglia di cambiamento, la capacità di sparigliare i giochi e di ricominciare sempre da capo, sono stati sin dal primo giorno i caratteri salienti dell'azione politica berlusconiana, il suo sigillo di originalità e il segreto della sua fortuna elettorale. Sono anche, a quanto pare, il tratto qualificante del Pdl: il partito degli italiani, il partito della giovinezza. Alessandro Campi