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Pd e Idv attaccano il premier. L'Udc: «Siamo ancora divisi»

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Nienteinviti ai partiti dell'opposizione che, alla fine, non hanno perso occasione per attaccarlo. Dal Cile il segretario del Pd Dario Franceschini ha accusato il premier di usare «gli stessi slogan dal 1994, quando avevano tre anni molti degli elettori che voteranno nelle prossimo elezioni di giugno. Bisogna che si tolga dal linguaggio e dalla mente cose del passato e faccia uno sforzo di guardare avanti». Ciò nonostante per il leader del Pdl è positiva la nascita di «un grande partito di destra, che sarà il nostro avversario, il nostro interlocutore, ma che semplifica il sistema politico italiano». E a chi gli chiede un commento sulle parole del premier sulla Costituzione replica: «Purtroppo non bastano le parole. Dietro c'è in realtà un elenco continuo di fatti, comportamenti e anche di affermazioni che sembrano subire ciò che la Costituzione prevede, cioè un equilibrio di poteri, non il paese nelle mani di una persona sola». Ben più duro il commento di Antonio Di Pietro: «Invertendo l'ordine degli addendi la somma non cambia. Al comando c'è Silvio Berlusconi che ha voglia di fare il nuovo ducetto d'Italia togliendo spazio all'informazione e al Parlamento. La cosa più falsa che ha detto, comunque è il suo richiamo alla fedeltà per la Costituzione». E anche l'Udc, pur con toni diversi, marca le distanze dal Cavaliere. «Berlusconi - spiega Lorenzo Cesa - ha un suo progetto, una sua idea istituzionale che non è la nostra. Ci sono questioni di fondo che ci dividono».

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