In prima fila una gioventù da libro «Cuore»

.In tailleur blu camicia bianca le ragazze, in abito scuro, qualcuno con il gessato, i ragazzi. Entrano ordinati quasi in fila nella grande sala del congresso e prendono posto in modo ordinato. Sembrano quasi usciti dal libro Cuore questo drappello di giovanissimi che Berlusconi ha voluto far sedere nelle primissime file della platea e ai quali si è rivolto all'inizio del suo discorso. A vederli, così compiti e consapevoli del ruolo che sono chiamati a ricoprire almeno per un giorno, viene spontaneo paragonarli a quello che era la gioventù scalmanata e colorata che le tv fino ad ora ci hanno abituato a vedere al seguito di Berlusconi. Via il modello velina, via il cliche della donna truccatissima, tutte curve in fuori. Per l'occasione solo visini appena sfiorati da un velo di fard e dal lucido sulle labbra. Qualcuna non ha nemmeno il tailleur blu ma un maglioncino buttato sulle spalle in un casual vero niente affatto studiato. Solo i ragazzi sembrano ingessati nei vestiti scuri e stretti nelle cravatte come nodi scorsoi ai quali, si vede bene, non sono abituati. Fabrizia Farinacci, classe 1986, di Roma sorride appena: «Sì, sono emozionata. Non è da tutti essere qui in prima fila ad ascoltare Berlusconi. Il mio modello è il ministro Gelmini, lei sì che ha messo a tacere la sinistra». «E' vero, io ho a che fare con una comitiva di amici che sono quasi tutti di sinistra – aggiunge Mario Diana, nato nell'81, di Caserta – Per chi è del Pdl è dura anche se dopo le elezioni e la vittoria schiacciante hanno dovuto abbassare le penne». «Sì è vero, non è facile essere con Berlusconi ma sono convinto che ben presto anche i miei amici si accorgeranno che con la sinistra non si va da nessuna parte» afferma Marco Fontana classe '87. «Per chi è giovane far parte di un partito giovane dà una grande carica. Sono preoccupata dal mio futuro, questa crisi la sentiamo tutti anche nelle piccole cose. Berlusconi mi trasmette ottimismo, speranza, quando lo ascolto mi dà la carica. Insomma questo Pdl è una grande avventura» commenta Lucia Furnari dell'87. Questi ventenni non si pongono il problema della fusione tra i due partiti, Forza Italia e An, a chi li interpella dicono sicuri: siamo del Pdl i vari partiti sono preistoria, passato remoto. Al termine del discorso si accalcano attorno a Berlusconi. E a chi gli fa notare che poi nella cabina di regia del nuovo partito, di giovani ce ne sono pochi, fanno spallucce: dateci un po' di tempo, rispondono, questa è la transizione, il futuro siamo noi. «Io con gli amici di Alleanza Nazionale ho da sempre un buon rapporto. Parliamo lo stesso linguaggio, ci ritroviamo su tante cose. Insomma non vedo proprio la differenza» sostiene Cristina Crupi 27 anni. «Berlusconi ha fatto la cosa giusta. Così siamo più forti e diventiamo imbattibili: Con i ragazzi di sinistra? Ci guardano con sospetto, certo le elezioni politiche li hanno spiazzati. Alcuni stanno già passando dalla nostra parte». Per Clelia Gulmanele di Imola, dell'86 «è una questione di genitori. Hanno i genitori ex sessantottini, sono cresciuti a pane e D'Alema, è difficile portarli nel Pdl. Magari ci verrebbero pure ma poi dovrebbero litigare in casa».