Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Fini soddisfatto: «Non è FI allargata»

default_image

  • a
  • a
  • a

L'imbarazzo all'inizio c'era. Eccome se c'era. Gianfranco Fini era in prima fila e seguiva il palco. Impassibile, un po' nervoso, con lo sguardo perplesso. Ascoltava Anna Grazia Calabria che conduceva i lavori senza tono, con una voce orizzontale, come una macchinetta incantata. E poi quegli stacchetti musicali con «Meno male che Silvio c'è» tra un intervento e l'altro prontamente sostituito da un più sobrio «Nel blu dipinto di blu» con sole note senza voce. E poi i discorsi dei quattro ragazzi che si sono alternati sul palco. Berlusconi ora dipinto come un salvatore della patria, ora come un grande, ora pure come un «eroe». Poi s'è cominciato a parlare di politica e Fini s'è trovato un po' più a suo agio. E il presidente della Camera ha apprezzato molto il fatto che il presidente del Ppe, Martens, abbia elogiato gli europarlamentari di An, dando anche il suo assenso all'ingresso degli uomini della destra nel futuro gruppo dei Popolari: «Visto che non c'erano dubbi su di noi?», ha commentato Fini. Poi è toccato a Berlusconi. E l'ex presidente di An ha apprezzato molto l'autentico elogio che il Cavaliere ha tributato a Pinuccio Tatarella, la sua visione del partito unitario, i suoi sforzi. Ma il passaggio che ha suscitato la sua prima emozione è stato quello nel quale il premier, ricordando l'annuncio di voto per Fini sindaco nel lontano autunno del '93, ha riconosciuto che non c'è stato nessuno sdoganamento «perché le idee non si sdoganano ma si impongono da sole». E ancora: «Le nostre erano e sono vincenti, Forza Italia e An hanno sempre avuto la disposizione a rappresentare gli interessi del Paese», ha spiegato il premier. E ha sottolineato come Fini «ha rappresentato una vera e propria rifondazione della destra». Ma più in generale il discorso di Berlusconi ha posto sullo stesso livello Forza Italia e An, ha riconosciuto a pieno il ruolo di Fini quale co-fondatore: «Un saluto davvero affettuoso a Gianfranco Fini perché anteponendo l'interesse del Paese a quello personale ha contribuito a scrivere una grande pagina di storia. Grazie Gianfranco». La platea è scattata in piedi e ha applaudito il presidente della Camera la cui risposta non si è potuta ascoltare per il frastuono ma si è potuta chiaramente leggere sulle sue labbra: «Grazie». Parole, fatti, atti che hanno consentito al leader della destra italiana di lasciare soddisfatto il padiglione 8 della nuova Fiera di Roma: «Ora è chiaro che il Pdl non è una Forza Italia più larga». Oggi tocca a lui. Fini parlerà poco prima dell'ora di pranzo in un giorno, sabato, a cavallo dei due interventi di Berlusconi, ieri e domani. E anche questo è il segno di un nuovo rapporto tra i due che lo stesso premier s'è affrettato a spiegare alla platea all'inizio del suo intervento invitando tutti a «non credere a quello che raccontano i media, non c'è nessun problema tra noi».

Dai blog