Fini: "Schieriamoci sul referendum"
Gianfranco Fini ha cominciato il suo intervento al congresso fondativo del Popolo delle libertà, tra uno sventolio di bandiere tricolori, ringraziando il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, "per la sua chiarezza". Un lungo applauso ha accolto il presidente della Camera quando è salito sul palco del congresso. "Ringrazio - ha subito detto - per questo applauso che significa tante cose, ma soprattutto validità, bontà e intelligenza della scelta strategica del Pdl". Fini ha sottolineato come il premier abbia "spazzato via tanti luoghi comuni, interpretazioni maliziose e anche legittime paure". "Il Pdl - ha detto Fini - come ha rilevato Berlusconi non è una Forza Italia allargata, non una fusione a freddo, non un cartello elettorale ma un grande movimento di popolo figlio del patrimonio di ogni forza che lo compone". "E' un grande incontro - ha sottolineato il presidente della Camera - di uomini e donne liberi per realizzare il sogno di un'Italia migliore". "La leadership di Berlusconi "non è in discussione, ma la leadership porta con sè oneri e onori. E l'onere principale è quello di garantire che il Pdl sia sempre più un grande partito del popolo, un partito democratico che non deve mai significare un partito diviso in correnti che sono la caricatura della democrazia". Ha continuato nel suo intervento al Congresso fondativo del Pdl, il presidente della Camera, Gianfranco Fini sottolineando l'importanza che il partito dvrà essere un partito "che discute, che si confronta, che sia plurale cercando una sintesi positiva e mai un compromesso al ribasso. Un partito plurale e mai anarchico", ha proseguito assicurando che "non lo sarà mai perchè alla base della propria piattaforma ideale e della sintesi dei suoi valori c'è un unico manifesto che è quello del Ppe". I"l Pdl dovrà decidere quale atteggiamento avere sul referendum elettorale di giugno". Ha dichiarato Gianfranco Fini, nel suo intervento al congresso Pdl. "Anche Berlusconi ieri ha detto che il bipolarismo potrebbe evolversi in bipartitismo, non so se sono maturi i tempi, ma il Pdl deve mettere all'ordine del giorno del suo dibattito quale atteggiamento prendere sul referendum elettorale di giugno, che rappresenterebbe una forte accelerazione verso il bipartitismo". Il presidente Fini ha ricordato di aver "contribuito a raccogliere le firme", ma più di questo conta il fatto che il referendum e' la forma piu' evidente di decisione del popolo. Sara' dunque necessario prendere una decisione anche se questo portera' a "un momento di discussione tra noi e i nostri alleati". Il referendum "non si può derubricare come piccolo incidente di percorso anche se puo' rappresentare un momento di dibattito tra noi". Il presidente della Camera, torna anche a insistere per una riforma della seconda parte della Costituzione. Parlando dal palco del primo congresso del Pdl, la terza carica dello Stato ha chiesto di "porre termine alla lunga transizione degli ultimi anni". "Dobbiamo riprendere - ha proseguito - il discorso troppe volte interrotto delle riforme istituzionali, indispensabili in un Italia che deve modernizzare la Costituzione". Non nella prima parte che "merita rispetto e ha assunto un valore che è di tutti gli italiani, ma la seconda parte si deve cambiare". Unica modifica nella prima parte della Costituzione deve essere, secondo Fini, l'inserimento di un riferimento all'Europa "di cui l'Italia è uno dei padri fondatori". "Innanzitutto un patto tra generazioni. Dobbiamo far sentire i padri e i figli sulla stessa parte della barricata". Gianfranco Fini parla anche di economia al congresso del Pdl. Poi - dice - "dobbiamo passare ad una riforma del welfare" e "tutelare i piu' deboli e garantire loro piu' stabilita'". Inoltre "serve una concordia sociale: se vogliamo tagliare l'erba sotto i piedi di una sinistra che piu' si attarda, dobbiamo promuovere una concordia sociale". Infine - sottolinea il presidente della Camera - "serve un patto tra nord e sud: il Meridione rischia di pagare più di altri la crisi. Dobbiamo partire dalla coesione sociale, non temo affatto l'impatto del federalismo fiscale ma lo Stato deve esserci. Quello che è accaduto ad Acerra è simbolico. Quando lo Stato c'è e il meridione si libera dalla piaga dei rifiuti lo Stato afferma una presenza positiva". Fini conclude parlando della legalità: "Se siamo il popolo della libertà, libertà vuol dire liberta' dalle mafie e dalla clientele". "In cauda venenum". Gianfranco Fini nel suo intervento affronta pure il delicato tema della laicità, "dell'obbligo per le istituzioni di essere laiche", e lo fa da una posizione che "puo' anche vedermi in minoranza nel Pdl. Siamo sicuri che il testamento biologico approvato al Senato sia per davveo la laicita'? Perchè quando si impone per legge un precetto si è più vicini a una concezione da Stato etico che non da Stato laico. Ma ne discutermo, so perfettamente che e' una posizione minoritaria e che comunque va compresa per fare un partito non solo plurale, ma di contenuti e che perlomeno si interroga sui problemi del domani". Gianfranco Fini termina tra gli applausi il suo intervento a congresso del Pdl. Silvio Berlusconi che ha ascoltato in prima fila il discorso seduto vicino alla compagna del presidente della Camera Elisabetta Tulliani sale sul palco per salutare ed abbracciare Fini. Il Cavaliere stringe la mano al leader di An e prende la parola: «Ecco questo è per spazzare via tutte le malignità che dicono che io e Gianfranco non ci vogliamo bene e non condividiamo gli stessi ideali e valori».