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Quellodelle origini del Popolo delle Libertà, la lunga marcia degli elettori del centro-destra, fin dal 1994, e quello dell'arrivo, la ratifica da parte dei vertici della politica, che si sono finalmente uniti. Si tratta del coronamento di una concezione della politica, in linea con il dna storico della sua leadership, destinata a superare definitivamente la vecchia forma-partito. Su questo il Cavaliere ha insistito molto: se il Pdl deve essere il partito degli italiani, lo deve essere nella forma e nella sostanza "maggioritaria". Un movimentismo-calamita, in grado di andare oltre il perimetro elettorale dello stesso centro-destra, per assorbire segmenti importanti di opinione pubblica, dai centristi, fino ai riformisti di sinistra (il motto del sito evoca allegoricamente, infatti, Bandiera rossa). Prova ne sono stati i riferimenti non a caso, a Don Sturzo, De Gasperi, Tatarella e Craxi. Una sorta di "partito-movimento", contro i "partiti-regime". È la conclusione di una "rivoluzione italiana", partita 15 anni fa, come Berlusconi ha detto, con la sua discesa in campo, che riprende vigore. Il partito che smette di chiamarsi "partito" e diventa "Forza" Italia (da pesante a leggero), e adesso diventa "Popolo" (Pdl), totalità, nazione. Un "populismo-carismatico", che dovrà combinarsi, in prospettiva, col "patriottismo repubblicano" di Gianfranco Fini. Questi saranno i due filoni che connoteranno il nuovo Pdl, insieme al riposizionamento delle componenti interne. E il Cavaliere ha già cominciato a sintetizzare le due opzioni. Ieri, dopo aver ricordato l'essenza della rivoluzione liberale da proseguire, ha coniato anche una specie di "populismo costituzionale", interpretando in senso libertario (enfatizzando l'articolo 1 della Costituzione, che assegna al popolo la sovranità democratica), una scuola di pensiero, osteggiata dalla sinistra (che teme il regime), ma che porta dritta al presidenzialismo. I numeri ora danno un buon viatico al movimentismo di Berlusconi: è il primo governo che dopo quasi un anno di permanenza a Palazzo Chigi, è ancora in luna di miele con i cittadini e l'ultimo sondaggio, quello di Euromedia, parla chiaro: Pdl al 43% e il Cavaliere attestato intorno al 65%. Il riferimento ai giovani e alle donne, poi, è perfettamente in linea con la sua idea di successione al trono e di ricambio della classe dirigente. Una vecchia nomenklatura ha guidato il passaggio e la fusione tra Fi e An, una nuova generazione politica dovrà affacciarsi, coerente al nuovo soggetto politico e non pescata nelle segreterie o nelle sezioni. In soldoni, Berlusconi ieri ha sancito la sua stessa "costituzionalizzazione", ossia, un Berlusconi che sta cominciando a organizzare e strutturare il "berlusconismo", mantenendo, il meglio del suo dna e nello stesso tempo, creando le premesse per qualche cosa di nuovo che resterà nella storia politica italiana. Fabio Torriero

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