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Via libera al biotestamento

Anna Finocchiaro

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{{IMG_SX}}«Carta straccia».L'opposizione, senza mezzi termini, definisce così la versione del disegno di legge sulle dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat) uscita dal Senato. Il via libera al testo Calabrò (150 sì, 123 no e 3 astenuti) scatena furenti polemiche con la maggioranza compatta che esprime soddisfazione. Una cosa è certa, il ddl licenziato da Palazzo Madama approda alla Camera in una versione che delinea paletti e limiti precisi. Dopo l'approvazione di un emendamento dell'Udc, infatti, le volontà espresse dal soggetto nelle Dat non saranno vincolanti. Mentre resta immutato il dibattuto articolo 3, quello in cui si affronta il nodo della nutrizione e idratazione: questi trattamenti restano, anche nel testo approvato, «sostegno vitale» e dunque non possono essere oggetto di Dat. E per l'opposizione questa versione è semplicemente inaccettabile. Tanto che il Pd, escluso qualche dissidente, vota compatto contro il ddl. È una legge «violenta e traditrice», attacca il capogruppo Democratico Anna Finocchiaro, un ddl «ridotto a finzione». Le dat, insiste, «così non conteranno assolutamente nulla». E poi l'annuncio: si ricorrerà alla Corte costituzionale. Non meno duro il senatore-chirurgo Ignazio Marino: «È stata tradita la richiesta del popolo italiano che voleva una legge per la liberta». Una lettura opposta del provvedimento varato è invece quella della maggioranza. Gli obiettivi sono chiari sottolinea Gaetano Quagliariello vicecapogruppo del Pdl: «È una legge grazie alla quale non si potrà introdurre surrettiziamente l'eutanasia in questo Paese e non ci potranno più essere casi Englaro. D'altra parte i diritti di cura del cittadino saranno meglio tutelati». E mentre il capogruppo Maurizio Gasparri si concede una dedica a Eluana, il ministro del Welfare Maurizio Sacconi difende a spada tratta il testo: «Trova conferma quella strumentazione rivolta alla dignità della persona e al valore della persona che avevamo auspicato. E trova conferma la disciplina per quanto riguarda la garanzia in ogni caso di nutrizione e idratazione, che sono risposte ai bisogni vitali della persona e non terapie». Tra le polemiche, il ddl arriva dunque a Montecitorio. Dove si preannuncia un nuovo braccio di ferro. Ma la vera battaglia, tuona Emma Bonino dei Radicali, dovrà essere quella fuori dalle aule della politica, quella della «mobilitazione, nelle strade e nelle piazze d'Italia, di tutti coloro che si sentono profondamente lesi nella loro dignità di cittadini».

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