"Siamo il partito degli italiani"

Silvio Berlusconi, presentato da un'emozionata Mariagrazia Calabria che ha aperto gli interventi del congresso, ha ringraziando "di cuore" tutti il premier ha esordito dicendo che "è inutile che vi dica che sono emozionatissimo anche io".    IL PARTITO DEGLI ITALIANI - "Volgio celebrare con tutti voi quello che è un grande sogno, la nascita del Pdl che in realtà già esiste", spiega il presidente del Consiglio. "E' un partito forte, il piu' grande, vincente. Oggi i sondaggi ci danno - spiega il presidente del Consiglio - al 43,2%. Noi intendiamo puntare al 51%, crediamo negli stessi ideali". "Siamo il partito degli italiani, degli italiani che amano la liberta' e che vogliono restare liberi".  LE VITTORIE  -  Il Pdl "è un movimento già nato, forte e vincente. Già esiste perchè nato dalla mente e dal cuore degli italiani che lo hanno voluto nelle strade, nelle piazze e nei gazebo e che poi lo hanno votato". Per il Premier, il Pdl "è il più grande partito che si è già affermato in modo splendido alle politiche, poi in Friuli Venezia Giulia, a Roma, in Sicilia, Abruzzo e Sardegna".   IL BIPARTITISMO - "Gli italiani hanno condiviso il bipolarismo e ci auguriamo in prospettiva il bipartitismo. Abbiamo costruito - ha proseguito il premier - qualcosa che non c'era: la democrazia dell'alternanza, che è la vera conquista per essere una democrazia occidentale compiuta. Grazie a noi la sovranità è stata restituita al popolo, rompendo lo schema per cui prima si prendevano i voti e poi si decideva con chi governare e per cosa". LA COSTITUZIONE - "Popolo e libertà, i nomi che sono nel nostro movimento, dicono chi siamo. Dicono che la sovranità appartiene al popolo così come la Carta fondativa dello Stato dice sin dalla prima riga richiamandosi al popolo". Silvio Berlusconi ricorda così la scelta, sancita con la consultazione popolare del 17 e 18 novembre del 2007. E lo fa dicendolo "a noi, ma anche a chi, dell'altra parte, si nasconde dietro una strumentale difesa della Costituzione, come se fosse loro esclusiva prerogativa, salvo poi cambiarla in peggio". I "PADRI" E IL PPE - La nascita del Popolo della Libertà "ci riporta nel solco più ortodosso, più puro delle democrazie occidentali". Ne è convinto Silvio Berlusconi che elenca i 'padri' ideali della nuova formazione: da Thomas Jefferson ad Alcide De Gasperi, passando per don Luigi Sturzo. Il minimo comun denominatore è proprio il riferimento al "popolo" e alla "libertà". L'Italia, si è detto, non ha avuto come la Francia, la Gran Bretagna o gli Usa, una vera e propria, autentica rivoluzione liberale". "Noi - ha dunque aggiunto Silvio Berlusconi - abbiamo oggi l'ambizione di colmare questo vuoto: di fare cioè una rivoluzione liberale, borghese, moderata e interclassista". LA SINISTRA - "Per la sinistra - dice - lo Stato è superiore ai cittadini, lo Stato è autoritario, dirigista, centralista, padrone di ogni uomo, padrone della vita dei cittadini. Per loro sono i cittadini al servizio dello Stato. Ma lo Stato non è un moloch, né una divinità.  A questa concezione della sinistra noi ci contrapponiamo". Mentre il centrodestra lavora, la sinistra "monopolizzava e continua a monopolizzare i talk show" e che quando la è stata al governo "ha saputo offrire soltanto uno spettacolo di risse, tradimenti e psicodrammi parlamentari".  "Avevamo creduto a Veltroni, poi bluff si è disvelato". La sinistra "non è mai mutata" dai tempi del Pci, la stampa compiacente, i grandi gruppi economici, i "circoli intellettuali", e soprattutto la "magistratura militante".   LA DESTRA - In sintonia con Gianfranco Fini, anche il presidente del Consiglio nel suo intervento di apertura al Congresso del Pdl, boccia chi ha parlato di "sdoganamento" della destra da parte di Forza Italia: è un termine che "non si applica alle idee, le idee si applicano da sole". FINI - "Un ringraziamento e un saluto davvero affettuoso a Gianfranco Fini, perchè anteponendo l'interesse dell'Italia a quello personale ha contribuito in modo decisivo a scrivere insieme a noi questa pagina di storia. Grazie ancora da tutti noi".   CRAXI - Ringraziando per l'apporto politico e di idee Stefania Craxi, il premier l'ha salutata come "figlia e degna erede politica di un mio carissimo amico: Bettino Craxi", al cui ricordo la sala del congresso del Pdl ha tributato un lunghissimo applauso con standing ovation.   BOSSI - Dopo aver riservato un omaggio a Gianfranco Fini, il premier Silvio Berlusconi fa lo stesso con il leader della Lega Umberto Bossi: "Come Fini anche Umberto si è rivelato un leader coraggioso e lungimirante" perché "seppe comprendere per primo il malessere del Nord e dargli una risposta politica", sottolinea Berlusconi.   FI E AN - Berlusconi dedica un passaggio del suo intervento all'alleato più importante del Pdl riconoscendo una comunione di visione della politica tra Fi e An. Soprattutto per quanto riguarda "la loro naturale disposizione a guardare l'interesse non di parte ma del Paese" offrendo "una risposta nazionale a un'emergenza democratica". Un'alleanza nata con il Polo del '94, "consolidata durante la traversata del deserto prima e con la Casa delle Libertà poi. Fino a giungere ad oggi con il Pdl che è il nostro approdo naturale e definitivo". Berlusconi ha poi voluto ringraziare uno ad uno i cosiddetti partiti minori "che fanno parte e che hanno contribuito a creare" il Pdl.   L'EUROPA -  Per il Pdl l'Europa "non è quella arroccata in torri d'avorio lontane dai cittadini, l'Europa dei burocrati". E' un'Europa "che crede nei valori della libertà e della tolleranza, libera e cristiana". Un'Europa che però "dobbiamo rinnovare nello spirito del Trattato di Lisbona per essere ancora più democratica e più unita". Dunque "è necessario lavorare ad una riforma che restituisca agli Stati alcune competenze nazionali, e al tempo stesso affidi all'Europa le politiche di difesa comune e di sicurezza, altrimenti non saremo in grado di affrontare sfide di questi anni".     IL GOVERNO E LA CRISI - "Sono stato il primo tra i leader del mondo a dire che non avremmo consentito che nemmeno una sola banca fallisse e che un solo risparmiatore perdesse i suoi risparmi". Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, afferma: "Siamo stati i primi a dire che contro la crisi globale dovevamo mettere a punto risposte globali e che dovevamo introdurre un sistema condiviso di principi e regole comuni sulla trasparenza, sulla integrità, la correttezza delle attività finanziarie ed economiche di tutto il mondo e a mettere in guardia contro la tentazione del protezionismo". "Il destino del Pdl dipende dalla capacità del governo di rispondere alla sfida della crisi economica che grava sul paese".   LE BANDIERE - Silvio Berlusconi, chiudendo il suo discorso al congresso del Pdl, ha chiamato sul palco tutti i partiti che compongono la nuova formazione politica "per fondere le bandiere nel Popolo della Libertà". Sul palco sono tra gli altri Ignazio La Russa per An, Denis Verdini per Forza Italia, Carlo Giovanardi per i Popolari Liberali, Francesco Nucara per il Pri, Sergio De Gregorio per il Movimento Italiani nel Mondo, Alessandra Mussolini per Azione Sociale, Mario Baccini per i Cristiano Popolari, Gianfranco Rotondi per la Dca.   "IO C'ERO" - Silvio Berlusconi conclude il suo intervento dicendo che un attestato di presenza potrà essere ritirato da ciascuno dei partecipanti al congresso e la platea insieme a lui urla: "Io quel giorno c'ero". Il premier, dunque, con il suo discorso ha avviato i lavori del Congresso che tiene a battesimo il Popolo della Libertà e lasciando il palco della Nuova Fiera di Roma in mezzo alla calca di cronisti e supporter ha commentato: "E' andata bene".