Marcegaglia striglia le banche
Uscendo dall'incontro (il secondo del «Credit day») con il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, la presidente degli industriali Emma Marcegaglia, ha lanciato un messaggio chiaro alle banche: «ora non ci sono più alibi per non concedere prestiti alle imprese. Si può fare una guerra forte alla riduzione del credito, perché dove ci dovesse essere un rifiuto non motivato, ci sarà la capacità e la volontà di intervenire». Con la firma del protocollo d'intesa Tesoro-Abi sui Tremonti bond e il rifinanziamento del fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, salito da 400 milioni a 1,6 miliardi, ci sono tutte le condizioni, sostiene la Confindustria, per riaprire i rubinetti del credito. All'incontro è stato deciso anche che da fine aprile la Cassa depositi e prestiti metterà a disposizione fino a 5 miliardi del risparmio postale per le Pmi. Queste misure dovrebbero consentire in tempi brevi una boccata d'ossigeno per gli imprenditori e facilitare le banche nell'erogazione del credito. Saranno iniettati nel sistema più di 10 miliardi mentre l'operazione complessiva sul credito da parte della Cassa Depositi e prestiti e della Sace garantirà liquidità per 20-30 miliardi. Questi fondi si aggiungono ai 6 miliardi che sono venuti dall'inizio dell'anno dalle misure sull'Iva di cassa e dal pagamento dei rimborsi fiscali. Il decreto che allarga all'artigianato il fondo per le piccole e medie imprese entrerà in vigore il 9 aprile. Secondo Marcegaglia, dunque, con i Tremonti bond e il fondo di garanzia sarà possibile «fare una guerra forte alla restrizione del credito. E quindi cadono gli alibi per non fare prestiti». Un concetto condiviso anche dall'Abi. Il presidente Corrado Faissola ha riconosciuto che ora con i Tremonti bond le banche «non potranno esimersi da fare credito con la scusa che il patrimonio non è sufficiente». La presidente degli industriali ha disegnato uno scenario cupo della crisi che «ha una intensità senza precedenti, interessa ormai tutti i settori dell'economia, oltre che della finanza, e tutti i Paesi del mondo». Per questo l'Europa deve essere unita in questa fase e svolgere il ruolo di «protagonista della futura ripresa». La Marcegaglia ha messo in guardia da posizioni protezionistiche che non farebbero altro che danneggiare la concorrenza. «Non devono prevalere soluzioni unilaterali - ha detto - perchè va preservato il nostro più grande patrimonio, ossia il mercato interno comunitario. Oggi più che mai, l'Europa deve dimostrare che la sua coesione interna è anche la sua più grande forza». Le due strade da imboccare per reagire alla recessione sono la ricerca e l'innovazione. «Abbiamo il più alto numero di imprese manifatturiere hight-tech in Europa e cresce la quota di imprese innovatici nel complesso -aggiunge Marcegaglia- abbiamo tante imprese, anche piccole e medie, che proprio grazie alla ricerca e all'innovazione sono leader mondiali».