Sgarbi: "Bei dipinti sui muri brutti"
Graffiti, stencil, adesivi ma soprattutto mosaici. L'«Arte di strada» è una modalità d'espressione artistica capace di assumere diverse forme ma tutte accomunate da un unico fattore: quello di nascere e manifestarsi nei luoghi pubblici. Un fenomeno che negli ultimi anni ha guadagnato una rilevanza unica, spesso controversa, nel panorama della creatività italiana. «Sono il massimo sostenitore della Street art» spiega il critico-sindaco di Salemi Vittorio Sgarbi, che ricorda quando nel 2006 organizzò proprio a Milano una mostra assai discussa per far conoscere gli street artist. Per evidenziare l'importante ruolo benefico di graffiti e murales nelle periferie più degradate delle città. «L'intervento degli artisti di strada - sottolinea Sgarbi - per animare e migliorare i centri suburbani. Bei dipinti - spiega il critico - su brutti muri». Quindi non più il preconcetto di chi deturpa la città con «segnacci» e senza autorizzazione ma «Street art come eterogenità creativa che abbellisce invece le periferie cittadine, raggiungendo spesso risultati importanti». Chi pratica questa forma di arte ha le sue motivazioni personali e allo stesso tempo può godere di un pubblico vastissimo, di gran lunga maggiore rispetto a quello tradizionale di una galleria d'arte. Libera espressione dunque ma anche regole ben precise per chi si cimenta con il writing e i graffiti. «Tutti i palazzi fino al 1960 non devono essere toccati - sottolinea da sempre l'onorevole Sgarbi - Quelli invece degli anni successivi non rappresentano altro che l'Italia deturpata dalla speculazione edilizia. Su questi l'intervento dei graffitisti rende invece gradevoli costruzioni obbrobriose». Si supera così l'idea dell'artista «fuori legge» perché dipinge sui muri: lo street artist è capace di bonificare un'Italia deturpata dopo il 1960 dal boom economico. «Imprese - spiega il critico sindaco - per demonizzare l'ormai superato preconcetto di pitture illegali». E ricorda: «Molti di loro dalla strada sono entrati nelle gallerie, sono stati ammirati fino ad essere riconosciuti maestri, raggiungendo valori di mercato ragguardevoli, sperimentando anche la pittura su cavalletto». E il riferimento non può non andare ai nomi di Haring e Basquiat, quei celebri graffitisti che venuti dalla strada oggi fanno scuola nei manuali di storia dell'arte. Dalle gallerie «en plein air» a mostre personali fino a «festival dedicati». Forme d'arte che nascono nella strada ma che oggi trovano linfa nella società contemporanea ed influenzano i gusti di migliaia di persone.