Profumo: i prefetti non servono noi siamo vicini alle imprese
{{IMG_SX}}«Per la vigilanza sulle banche c'è la Banca d'Italia non servono i prefetti. Semmai si possono organizzare delle stanze di compensazione dove banche e imprese discutono su cosa sta succedendo sul credito». Nella stessa giornata in cui il ministro dell'Economia Tremonti rilancia il ruolo degli osservatori che saranno creati nelle prefetture con il compito anche di verificare l'erogazione del credito, Alessandro Profumo, amministratore delegato di Unicredit, mette dei precisi paletti all'azione dei prefetti sul sistema bancario. Ospite di Matrix ha avuto un serrato dibattito con il presidente della piccola e media impresa di Confindustria Giuseppe Morandini, proprio sulla questione dei prestiti alle aziende. Il numero uno di Unicredit ha sottolineato che nei primi tre mesi dell'anno sono stati erogati 2,3 miliardi di nuovi crediti. «Abbiamo detto di sì a 3 imprese su quattro e quasi tutte erano in perdita». Profumo ha ribadito la policy del sistema bancario, ovvero la «necessità di essere più selettivi nel concedere i prestiti per capire quali sono le imprese che possono andare oltre la crisi, che ce la possono fare». Quando si fa del buon credito, ha affermato Profumo «si tutelano gli azionisti e le famiglie». Ha poi indicato gli obiettivi dell'istituto: essere più vicini ai clienti e semplificare il portafolgio dei prodotti per far capire di più ai risparmiatori. «Bisogna avere la capacità di tornare alla semplicità, alla trasparenza e alla chiarezza». A Morandini che lo incalzava sulla richiesta delle imprese di avere tempi più veloci da parte della banche sulla richiesta di credito, Profumo ha spiegato che «i tempi di attesa nel 90% dei casi sono di 13 giorni come chiusura delle pratiche e di 5 giorni come risposta». L'esponente della Confindustria ha chiesto che ci sia «un rapporto vero delle banche con il territorio». Il che significa che gli imprenditori «non vanno giudicati a distanza solo sulla base dei numeri». L'ad di Unicredit ha precisato che nell'istituto non sono presenti asset tossici ma ci sono «9,6 miliardi di strumenti finanziari a bassa liquidità su mille miliardi di patrimonio. Altro annuncio è che fine anno dovrebbe essere attivata l'attività dei microcrediti per venire incontro a quanti hanno difficoltà di accesso al credito come gli immigrati, le persone uscite dal carcere. Profumo non è pessimista circa la crisi. «Dagli Stati Uniti è arrivato uno tsunami che si è abbbattuto sull'Europa ma l'Italia ha resistito meglio di altri Paesi «perchè le banche sono più solide, il livello del risparmio è più alto, le famiglie sono meno indebitate. Inoltre i tassi sono scesi tant'è che le rate dei mutui sono un terzo più basse». Questo lo scenario delineato: una recessione profonda nella prima parte dell'anno e un miglioramento a fine anno. «Questa crisi non abbiamo contribuito a crearla noi» ha detto insistendo sul fatto che è stata importata dagli Usa e che comunque il sistema Italia è più solido. L'amministratore delegato ha parlato pure di una moralizzazione della finanza. A proposito dei tetti stabiliti negli Usa sui bonus dei manager, Profumo ha precisato che in Unicredit «non sono stati presi bonus, perchè dove non ci sono risultati non ci sono nemmeno bonus». E comunque il meccanismo è quello di costruire un «forte legame con il risultato e il merito».