“La grande cena”, gola e consumismo i peccati della contemporaneità
Accrescere la consapevolezza e la sensibilità delle persone verso il problema ancora gravissimo della fame nel mondo è l’obiettivo dello spettacolo “La grande cena – I sette vizi capitali – Gola”, scritto e diretto da Camilla Cuparo, in scena al Teatro Sette fino a domenica 29 marzo. Attraverso la storia dei protagonisti Carlo, Rocco e Hyam, lo spettatore ha la possibilità di riflettere sulle conseguenze di politiche e modi di vivere superficiali, che non hanno tenuto conto dell’importanza di ogni nostra azione e di come si ripercuota inevitabilmente sul pianeta e sul futuro dei nostri figli. Il mondo dei tre personaggi – interpretati in modo convincente da Ettore Bassi, Luigi Iacuzio e Katia Greco - è ormai grigio, non esistono quasi più animali, la vegetazione è pressoché inesistente. I ghiacciai, sciogliendosi, hanno inabissato città, distrutto territori. Il caldo, al sud, continua a bruciare anche le poche foreste rimaste. Le banche dei semi hanno perso ogni scorta. Così, la donna si ritrova a essere l’unico essere vivente in grado di produrre cibo. Viene tenuta in vita al solo scopo di partorire carne da mangiare. E quando non è più fertile, viene sacrificata per la causa, per mantenere in vita quell’uomo che, fino alla fine del mondo, non ha saputo far altro che sfruttarne la sua natura e ricavarne un beneficio a senso unico. Teatro Sette, Via Benevento 23, Roma (tel. 06 44236382) Biglietto: € 15,00 ridotto. € 18,00 intero compresa la tessera. La prenotazione è obbligatoria. Per l'argomento trattato la visione dello spettacolo non è consigliata a un pubblico di età inferiore ai 14 anni.