Pdl, Franceschini resta fuori

dall'inviatoGiancarla Rondinelli MILANO Come ormai da consuetudine, lunedì scorso il premier è rimasto ad Arcore. Questa volta però la sua permanenza a Villa San Martino è stata un po' diversa. Il presidente del Consiglio di fatto ha già cominciato a lavorare ai suoi interventi al congresso del Pdl. Per l'esattezza, due discorsi: quello dell'apertura di venerdì (con i vari richiami alla storia di Forza Italia) e quello di chiusura per domenica, su cui ancora si mantiene il massimo riserbo. Così, lunedì Berlusconi ha concentrato tutta la sua attenzione sui due interventi, addirittura cancellando qualche appuntamento fissato nella sua agenda. Già, perché che il Cavaliere con la testa sia - in gergo giornalistico - "sul pezzo", e quindi dentro il congresso che si apre tra due giorni, è di tutta evidenza. Il premier, infatti, sta seguendo passo passo tutti i lavori di preparazione. E non solo. Sempre lunedì, in una telefonata con il coordinatore azzurro Denis Verdini (uno dei registi principali dell'assise Pdl), Berlusconi avrebbe dato qualche nuovo input per la scaletta, alcune idee nuove, da realizzare da qui a venerdì prossimo. Innanzitutto, quello che sembra essere sempre di più il refrain di tutta la politica del Cavaliere: avanti con i giovani, puntare sul ricambio generazionale. All'insegna di questo slogan, e stravolgendo tutte le rituali norme del cerimoniale, l'idea di Berlusconi sarebbe quella di riservare le prime due file della sala non ai ministri, non alle autorità, non ai vertici del partito, ma ai giovani. In sostanza, quando salirà sul palco venerdì pomeriggio Berlusconi vuole vedere davanti a sè solo dei ragazzi - dai 14 ai 18 anni -, volti nuovi che diano vivacità all'intero congresso. La cosa forse lascerà scontento più di qualcuno, già in pressing da settimane per accaparrarsi le poltrone in prima fila. Ma questo è. Altra indicazione del premier, la musica. Ancora non è ben definito come e quando, ma l'idea di poter condire le fasi congressuali con qualche nota musicale al premier fa davvero gola. Grandi numeri anche sul servizio catering: 500 teglie di pasta al forno, 500 chili di pasta espressa cucinati in loco, 400 chili di mozzarella. C'è poi un'altra questione, tutt'altro che semplice, ancora da risolvere: gli inviti. O meglio quelli (non) spediti a largo del Nazareno. Raccontano fonti della maggioranza, infatti, che il premier abbia espresso qualche perplessità sull'invito a Dario Franceschini. E anche a quelli dell'Udc. Quando ne ha parlato l'altra sera con i suoi, in tanti hanno sottolineato «il bon ton che di solito si usa in queste occasioni», e che forse questo "non invito" verso il segretario del Pd potrebbe creare un precedente antipatico per il rapporto tra Pdl e Pd. Esito del tentativo di convincimento? Difficile da sapere. Di sicuro i mediatori sono già all'opera.