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Statuto Pdl, Berlusconi a vita

Silvio Berlusconi

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I trenta articoli che andranno a scandire la vita del nuovo partito sono tutti nero su bianco. Alcuni già noti, altri un po' meno. Alcuni abbastanza usuali nella definizione di uno schieramento politico, altri invece un po' più innovativi, come l'utilizzo di internet per iscriversi al partito. Se i primi articoli sono dedicati a definire il Popolo della libertà («un movimento di donne e uomini che credono nella libertà e vogliono rimanere liberi»), alle modalità di adesione, agli associati e alle quote associative, all'articolo 10 si cominciano a definire gli organi e la struttura del nuovo soggetto politico. Con un congresso nazionale che si riunirà in via straordinaria ogni tre anni o quando è convocato dal 45% dei membri del Consiglio nazionale. C'è poi la definizione della figura del Presidente che come si sa «è eletto con apposita votazione, anche con alzata di mano». Tradotto, Berlusconi sarà eletto Presidente direttamente l'ultimo giorno del congresso, domenica 29. Ma c'è di più. Fino a qualche giorno fa la bozza che girava negli ambienti Pdl dava un Presidente con ampi poteri di nomina eletto ogni tre anni. Frasi che, invece, nell'art 14 dell'ultima versione dello statuto non ci sono più. Ovvero: il Presidente ha tutto il partito in mano, le nomine, le linee politiche e programmatiche. Ultimo capoverso: «In caso di dimissioni o impedimento permanente - si legge testualmente - l'Ufficio di Presidenza convoca immediatamente il Consiglio nazionale che provvede alla sua sostituzione temporanea per il periodo strettamente necessario alla convocazione del Congresso nazionale». Nessuna scadenza temporale per il suo mandato, nessun riferimento ai tre anni che invece comparivano nella bozza precedente. Altro punto cruciale: l'articolo 15, quello sull'ufficio di Presidenza. E qui veniamo alle dolenti note. Già perché, di questo gruppo di persone farà parte solo un numero "ristretto" di persone, un numero troppo esiguo per i pretendenti (considerati Fi e An, ma anche i partiti più piccoli), un cerchio che però sarebbe già chiuso. L'ufficio sarà composto dal Presidente che lo presiede, dai capigruppo e vicecapigruppo di Camera e Senato (Cicchitto, Bocchino, Gasparri e Quagliariello), da un rappresentante del Pdl al Parlamento europeo, «e da altri 23 membri eletti dal Congresso su proposta del Presidente». Del gruppo dei prescelti, raccontano fonti della maggioranza, faranno parte tutti gli 11 ministri di Fi (tutti tranne Bondi in quanto coordinatore), e i 3 di An. Più tre caselle su cui Berlusconi ancora non ha sciolto la riserva definitivamente. Ovviamente è già cominciato il toto-nomine, e il pressing da parte di tanti. Due i nomi più insistenti: Roberto Formigoni, in quanto vice presidente di Fi, e Giancarlo Galan. Sul terzo, si parla di Maurizio Lupi o di Michela Brambilla. Se non addirittura inserire un esponente dei partiti più piccoli. Intanto in via dell'Umiltà fervono i preparativi per il congresso. Fissata l'apertura (di Berlusconi venerdì pomeriggio), stabilito che la giornata di sabato sarà dedicata agli interventi dei ministri e dell'intervento del Presidente della Camera, domenica chiusura di Berlusconi. Da definire ancora alcuni dettagli: una possibile partecipazione di alcuni giovani, un possibile "question time" con i ministri su temi concordati, il dibattito congressuale serale.

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