Salta l'accordo, l'acqua non è ancora un diritto
E così, senza soluzioni reali, cala il sipario sul V Forum mondiale dell'acqua a Istanbul. Il documento finale sottolinea il carattere di «urgenza» nel combattere il problema, ugualmente riconosce il diritto dell'avere «accesso» e di «un miglioramento delle condizioni igienico-sanitario», per compiere un importante «passo verso la diminuzione in tutto il mondo dei decessi legati alla scarsità d'acqua». La nozione di diritto dell'accesso all'acqua, reclamata con forza da numerose Ong e parecchi Paesi, non figura tuttavia nel testo, il quale afferma che è un bisogno. Base di partenza, divenuti poi impegni a un miglioramento, è stata l'analisi della situazione della crisi idrica: otto milioni di decessi l'anno sono attribuiti alla carenza di acqua e servizi igienico-sanitari, più di un miliardo di persone hanno limiti di accesso all'acqua potabile, 1,1 miliardi di persone non hanno accesso alle risorse idriche, 2,6 miliardi di persone hanno problemi igienico-sanitari, 3.900 bambini muoiono ogni giorno a causa della mancanza di acqua, l'inquinamento dei corsi d'acqua e delle falde del sottosuolo. Secondo il rapporto delle Nazioni Unite, lanciato in parallelo al Forum, il rischio per la Terra è che al 2030 metà popolazione mondiale resti assetata, ma è l'Africa a dover affrontare la sfida più grande. Entusiasta per il successo dell'evento, il segretario generale del Forum Oktay Tabasaran parla del documento come di «una piattaforma per affrontare i problemi del mondo legati all'acqua, che non possiamo ignorare». Per accelerare i processi verso la sostenibilità e facilitare obiettivi e soluzioni comuni, per la prima volta, a Istanbul, sono stati miscelati tre livelli di potere politico: i governi nazionali, le autorità locali e i Parlamenti si sono ritrovati in una convergenza organizzata in un «trilogo». A livello locale, hanno firmato l'impegno a affrontare le questione legata all'acqua 46 città. E la città sede del Forum, Istanbul, non è stata scelta a caso: c'è lo stretto del Bosforo che separa Europa e Asia, in una posizione ideale per portare in tutto il mondo la consapevolezza delle problematiche dell'acqua. Ma in realtà i potenti della Terra non sono riusciti a trovare la sintesi per dare la speranza a chi, secondo i calcoli, dovrà iniziare a combattere per non morire di sete.