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Il premier: «Difendiamo la sacralità della vita»

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Difendela «sacralità della vita», il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Difende la «libertà della Chiesa, anche quando si trova a proclamare principi e concetti magari difficili e impopolari». È un punto, questo, «che deve essere chiaro». Parla per poco più di dieci minuti, Berlusconi, in un collegamento telefonico con il convegno dei Popolari Liberali del sottosegretario Carlo Giovanardi, organizzato a Napoli. Ma parla di tutto: del Pdl «che segnerà la storia»; dell'opposizione «che sulla crisi diffonde panico con spregiudicatezza». Chiede «qualche minuto in più» agli «amici» Popolari Liberali. Ed è sui valori della vita umana, «fondamentali, principi indiscutibili e squisitamente liberali», che punta sin da subito l'attenzione. «Crediamo nella libertà della vita - dice - che si deve esercitare in una cornice di leggi e di principi. Non tutto quello che è fattibile è giusto». «Siamo certi che il Pdl deve essere, ed è, un partito laico e rispettoso della libertà di ciascuno sui temi di coscienza. È giusto, doveroso che sia così - chiarisce - ma non rinuncerà a dare una linea, a scegliere e difendere determinati valori che sono i nostri valori, in base ai quali dovrà svolgere la sua azione cercando soluzioni ai problemi che l'etica e la modernità ci porrà davanti. Cerchiamo e cercheremo sempre soluzioni il più possibili condivise, ma con un punto di riferimento che consideriamo irrinunciabile, la sacralità della vita e la dignità della persona». Poi, Berlusconi difende la Chiesa, la sua libertà. Senza mezzi termini. «Il Pdl sarà un partito laico, non ripercorreremo la via di quel collateralismo con la Chiesa che è stata la linea della Dc. Crediamo nell'autonomia, nella sovranità della politica rispetto alla religione». «Ma - sottolinea - crediamo anche che la Chiesa possa e debba parlare liberamente e svolgere quello che è un suo insostituibile ruolo nella società». «Rispettiamo la chiesa e ne difendiamo la libertà - specifica - anche quando la Chiesa si trova a proclamare principi e concetti magari difficili e impopolari, lontani da quelle che sono le opinioni di moda e che vanno di moda tra giornalisti e intellettuali».

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