Alla Ue piace il piano casa

Un piano che ci invidia anche l'Europa. Silvio Berlusconi, insieme al ministro dell'economia Giulio Tremonti, è tornato a parlare di edilizia alla fine del consiglio europeo che si è svolto ieri a Bruxelles e sottolinea la soddisfazione per un progetto al quale sta guardando con attenzione tutta la Ue. «Ieri, dopo la cena al termine della prima giornata del vertice — ha spiegato il premier — mi hanno fatto tante domande al riguardo». «La richiesta più importante — ha proseguito — è arrivata dal Portogallo, che ha un tipo di residenza rappresentata per più del 50% da case mono e bi-familiari. Ma poi un po' tutti si sono interessati all'iniziativa, mi hanno chiesto se potevano avere il testo della legge già fatto». Il decreto, che dovrebbe essere presentato mercoledì prossimo alla Conferenza Stato-Regioni e venerdì sarà esaminato dal consiglio dei ministri, è già pronto. La bozza del testo prevede sette articoli e conferma la possibilità di ampliare fino a un massimo del 20% il volume delle abitazioni private. Il tetto sale al 35% nel caso in cui, in conseguenza di una demolizione, si proceda alla costruzione di un nuovo edificio, a condizione che siano utilizzate tecniche costruttive di bioedilizia o fonti di energia rinnovabili. «Le norme del presente decreto — si legge nel testo dal titolo "Misure urgenti per il rilancio dell'economia attraverso la ripresa delle attività imprenditoriali edili" — trovano applicazione su tutto il territorio nazionale sino all'emanazione di leggi regionali in materia di governo del territorio». Il cuore del provvedimento consente di aumentare la cubatura degli edifici stabilendo che «l'ampliamento non può essere superiore complessivamente al 20% del volume dell'unità se destinato a uso residenziale, o della superficie coperta se adibito a uso diverso. Le volumetrie e le superfici di riferimento sono calcolate rispettivamente sulle distinte tipologie edificabili e pertinenziali esistenti». Un ampliamento ancora maggiore è previsto per i nuovi edifici: «In deroga agli strumenti urbanistici vigenti o adottati - si legge nella bozza del decreto - sono consentiti interventi consistente nell'integrale demolizione e ricostruzione di edifici, con aumento fino al 35% del volume esistente per gli edifici residenziali o della superficie coperta per quelli adibiti ad uso diverso, a condizione che siano utilizzate tecniche costruttive di bioedilizia o di fonti di energia rinnovabile o di risparmio delle risorse idriche e potabili». Nella bozza esiste comunque un limite massimo all'ampliamento delle abitazioni di 300 metri cubi per unità immobiliare. «Resta salva — si precisa nel decreto — la possibilità di avvalersi dell'asservimento dell'aumento volumetrico spettante ad altra unità immobiliare contigua; l'altezza della nuova fabbrica non può superare di oltre quattro metri l'altezza massima prevista dagli strumenti urbanistici vigenti». Inoltre non servirà più il permesso di costruire: per i nuovi interventi previsti dal decreto legge con il piano casa del governo basterà la denuncia di inizio attività. Servirà poi il via libera del progettista: «La sussistenza di tutte le condizioni previste dal presente decreto è asseverata — si legge nella bozza del testo — sotto la propria responsabilità dal progettista abilitato che sottoscrive la denuncia di inizio attività». Per quanto riguarda le procedure, dunque, il decreto prevede che «gli interventi previsti siano realizzati previa denuncia di inizio attività, fatte salve tutte le analoghe procedure eventualmente previste da leggi regionali, da presentare entro un anno dalla entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto».