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La Russa: "Non serve dire solo no. Il Pdl sia competitivo"

Ignazio La Russa

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Ministro La Russa, dica la verità, lei era a conoscenza della lettera dei cento deputati? «No, assolutamente». Secondo il ministro Maroni questa iniziativa fa parte un po' del fermento per il congresso del Pdl. «Non ha niente a che vedere con il congresso. E comunque, guardi, alla base di tutto c'è solo un grande equivoco». Vale a dire che i cento della rivolta non hanno capito il provvedimento? «Dico che la valutazione sulla denuncia dei bambini è apodittica, quindi priva di fondamento. Non c'è alcun obbligo da parte dei medici, stiamo discutendo di una tempesta in un bicchier d'acqua». Detto questo, però, Berlusconi sembra infastidito quando dice che la Lega non può volere sempre tutto... «Ciò che infastidisce Berlusconi è che, a volte, la Lega pone degli aut aut. Nè si tratta di una battaglia contro Bossi. Anzi, ultimamente, è il più ragionevole di tutti. Credo piuttosto un'altra cosa. Venuta meno la cerniera An tra il Carroccio e Forza Italia, il Popolo della libertà deve trovare un modo per essere davvero competitivo con la Lega». Perché, non è così? «Diciamo che bisogna lavorarci sopra. Non serve dire solo "volete troppo". Cominciamo a proporre delle alternative serie a quello che loro avanzano». Scusi ministro, è sicuro che la Lega accetti le vostre proposte alternative? Su alcuni temi non sembrano essere disposti a cedere... «Hanno già dimostrato, e in più di un occasione, di sostenerci in quello che facciamo. Si tratta solo di avere nei loro confronti un altro tipo di approccio. Un approccio già usato da An e che ora il Pdl imparerà ad avere». Veniamo ai congressi. È davvero tutto pronto? «Siamo agli ultimi ritocchi, alle limature. Non è che stiamo lavorando ad una piece teatrale, dove c'è un copione e via. Si stanno fondendo due partiti. Quindi è normale che ci siano ancora delle cose da sistemare. E poi, a voi giornalisti piace l'effetto sorpresa, no?». Un po' sì. A proposito di sorpresa, lei ne ha annunciata una per l'apertura del congresso di An? «Ma no, è solo una sorpresina». Forse un coro di bambini che canta l'inno nazionale? «Non le dico niente». Sempre per l'effetto sorpresa. Il suo discorso di apertura è pronto? «Non ancora. Cioè, so cosa dire ma devo trovare cinque minuti per scriverlo». Quali saranno i punti clou? «Beh, ripercorrerò la nostra storia, quello che siamo stati e quello che siamo oggi». Un'ultima cosa. Visto che parlate di matrimonio tra Fi e An, la Lega che ruolo ha nelle nozze? «Ovviamente la damigella d'onore».  

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