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De Magistris "folgorato" dalla politica

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Una scelta che il magistrato ha giustificato, in un intervento ospitato proprio sul blog del leader dell'Italia dei Valori, spargendo attacchi e critiche verso coloro che non gli avrebbero permesso di svolgere la sua professione. Un gesto che invece il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri ipotizza sia dovuto a motivi assai meno nobili: «La sua candidatura è la dimostrazione di come alcuni usino la toga in maniera assai opinabile, solo per fare carriera politica. La notizia non ci sorprende e dimostra quanto fossero poco credibili le iniziative assunte da certi personaggi. Ma è anche possibile che la candidatura serva ad ottenere l'immunità, visto quanto sta emergendo dallo scandalo Genchi». E proprio il consulente informatico ha spiegato di essere stato il primo sponsor della candidatura del magistrato: «Sono favorevole alla sua decisione. L'ho pure incoraggiato a fare questa scelta». «Mi ha chiamato — ha spiegato Genchi — e mi ha chiesto cosa ne pensassi. Io ho subito detto che era il caso di accettare e di andare avanti e lui ha accettato il mio consiglio e sono contento». «L'anno scorso, invece — ha poi aggiunto — ero stato sempre io a sconsigliargli di candidarsi alle elezioni politiche. Ritengo che adesso sia giunto il momento di farlo, visto l'andamento delle cose». De Magistris sul blog di Di Pietro spiega così la sua scelta: «Lascio un lavoro al quale ho dedicato quindici anni della mia vita e che è stato il mio sogno, come ha detto qualcuno, la missione di questi anni. Ritengo che non mi sia stato consentito di esercitare le funzioni che amavo, in particolare quella di Pubblico Ministero, che mi consentivano di investigare, di accertare i fatti, di fare quello che ho sempre sognato nella mia vita». Poi prosegue: «Ho scelto di impegnarmi in politica, la politica con la P maiuscola. Sono stato in qualche modo ostacolato in questa attività che non mi è più possibile esercitare da alcuni mesi. Quello che ancora mi inquieta di più, in questo momento storico, è l'attività di delegittimazione, di ostacolo e di attacco nei miei confronti e della mia professione, e nei confronti di tutti coloro che hanno cercato, in questi mesi, in queste settimane e in questi anni di accertare i fatti. Cercherò di portare la mia esperienza personale, la mia passione civile e il mio amore per la giustizia e la mia attenzione ideale in quella che è la realtà principale in cui si possono modificare le cose, i fatti e anche la storia di un Paese, che è appunto la politica con la P maiuscola». Quella politica con la P maiuscola che gli permetterà anche, qualora venisse eletto, di allungare all'infinito il processo nei suoi confronti aperto dalla sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura. Luigi De Magistris deve infatti difendersi dalle accuse molto pesanti dell'ex procuratore generale della Cassazione, Mario Delli Priscoli, dopo la scoperta, l'anno scorso, che anche il telefono di Clemente Mastella era stato intercettato. L'ex ministro della Giustizia fu iscritto nel registro degli indagati ma in seguito la procura generale di Catanzaro chiese e ottenne dal gip l'archiviazione della posizione di Mastella. Oggi la Procura generale accusa l'ex pm di aver concesso un mandato troppo ampio al perito telematico Gioacchino Genchi, affidandogli una mansione più da magistrato che da consulente. E proprio da Clemente Mastella è arrivato un commento lapidario sulla sua candidatura: «Ora capisco tante cose».

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