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In tre anni un milione di disoccupati

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Èquesto lo scenario drammatico delineato dall'Ires Cgil, l'ufficio di studi economici del sindacato guidato da Guglielmo Epifani, che fa una stima degli effetti della crisi. Secondo il sindacato il tasso di disoccupazione nel 2010 rischia di salire fino al 10,1% ed anche nelle ipotesi più ottimistiche di arrivare al 9%. Ciò comporterebbe una perdita di 1 milione di posti di lavoro tra il 2007 e il 2010: solo nel 2009 si prevede infatti un calo di mezzo milione. I nuovi disoccupati, calcola l'Ires, porteranno il totale dei senza lavoro a 2,3 milioni nel 2009 e a 2,6 milioni nel 2010 (2,2 milioni nell'ipotesi più ottimistica). Il tutto mentre si allarga a 3,4 milioni di persone l'area della cosiddetta instabilità occupazionale: quel mondo di dipendenti a termine volontari ed involontari, di parasubordinati, di collaboratori su cui incombe di più il rischio di perdita di lavoro. Dopo il calo dell'1% nel 2008 la Cgil si attende un drastico ribasso del Pil nel 2009 che dovrebbe raggiungere il 3%. Nel 2010 la diminuzione dovrebbe ridursi ad un -0,1%, portando la somma del triennio ad un -4%. La stima dell'Ires-Cgil è peggiore della più pessimistica stima fatta dal Res che nel triennio prevede un calo totale del 3,4%, derivante da una riduzione del Pil dello 0,8% nel 2008, del -2,5% nel 2009 e del -0,1% nel 2010. Per il 2009 il calo del Pil calcolato dai diversi istituti economici e istituzioni europee varia dunque da un -1% dell'Ocse al -2,5% del Res e all'oltre 3% del Ires. Il sindacato si prepara a lanciare una serie di proposte per combattere la crisi e intanto suggerisce un pacchetto di interventi che potrebbero essere presi con il ricavato della cosiddetta tassa di solidarietà sui redditi alti. Si tratta di misure valore di 1,7 miliardi, a fronte degli 1,5 miliardi che entrerebbero aumentando l'aliquota dal 43% al 48% per i redditi sopra i 150 mila euro. Gli interventi puntano ad estendere l'indennità di disoccupazione ordinaria ad altri 200 mila disoccupati circa, a sostenere il reddito dei collaboratori portando l'indennità al 40% dell'ultimo compenso annuale e ad ampliare gli importi massimi mensili di cassa integrazione ordinaria e straordinaria e indennità di mobilità di 200 euro. Il segretario generale dell'Ugl, Renata Polverini, mette l'accento sulle difficoltà in cui si dibattono le piccole e medie imprese e il rischio per gli occupati in piccole realtà aziendali. «Tutti noi spingiamo ogni giorno il Governo a fare qualcosa in più rispetto a quello che ha già fatto e c'è sempre bisogno di fare di più. C'è un problema di credito e le piccole e medie imprese in particolare vedono una restrizione del credito che in questo modo rischia di farle chiudere». La Polverini sottolinea che «occorre stare molto attenti a questa dimensione imprenditoriale che è una peculiarità tutta italiana della quale bisogna tenere da conto perchè con grande facilità queste Pmi possono chiudere, ma è poi molto difficile che, superata la crisi, possano riaprire». La segretaria Polverini ha poi ricordato «l'impegno che il Governo sta mettendo» sugli ammortizzatori sociali, sulle banche; sul Piano Casa; sul piano infrastrutturale.

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