Confindustria continua il pressing su Silvio
LaMarcegaglia oggi varcherà l'ingresso di Palazzo Chigi con in tasca una serie di dati drammatici sulla crisi del mondo imprenditoriale. Sul tavolo di Berlusconi, la presidente della Confindustria metterà un pacchetto di richieste precise: un fondo di garanzia con 5 miliardi per il credito alle piccole e medie imprese, sgravi fiscali per quelle industrie che fanno uno sforzo importante di capitalizzazione e la certificazione dei crediti della pubblica amministrazione, pari secondo l'associazione degli industriali a 70 miliardi, in modo che le imprese possano essere subito pagate. I segnali sull'asfissia finanziaria del mondo imprenditoriale e soprattutto delle piccole e medie imprese, si stanno moltiplicando. Il presidente della piccola impresa di Confindustria Giuseppe Morandini sostiene che se non sarà immessa liquidità nel sistema entro i prossimi due mesi, la situazione rischia di peggiorare in modo drammatico. Lo scenario è quello di aziende che chiudono, migliaia di lavoratori mandati a casa, tensioni sociali e un costo per gli ammortizzatori sociali più elevato di quello messo in conto ora dal governo. Morandini parla di un calo degli ordini del 30-40%, di un crollo del fatturato del 30% e di un incremento vertiginoso delle insolvenze. La Marcegaglia rilancerà a Berlusconi la richiesta fatta a Palermo, cioè «soldi veri», perchè, dirà, «non si può solo finanziare la disoccupazione». Bene quindi l'aumento dei fondi per gli ammortizzatori sociali ma se non si fa nulla per le imprese, queste chiuderanno. E per aiuti la presidente degli industriali non intende «sussidi» ma «ossigeno», liquidità. A cominciare dalla possibilità di rendere esigibili i crediti della pubblica amministrazione e ottenere gli sgravi fiscali per quelle aziende che aumentano la capitalizzazione. Insomma i «soldi verissimi» che il governo ha stanziato (dalle misure per l'auto al credito al consumo ai 9 miliardi per gli ammortizzatori sociali), come Berlusconi ha ribadito replicando alla Marcegaglia, non bastano. Dall'incontro, quindi, la presidente di Confindustria vuole uscire con qualcosa di concreto in mano. La base delle piccole imprese sta facendo un pressing serrato mentre notizie e dati allarmanti vengono scaricati dalle associazioni territoriali confindustriali, alla sede centrale di viale dell'Astronomia. In alcune aree si parla addirittura di un aumento della cassa integrazione del 90%. In agenda non c'è solo l'incontro di oggi a Palazzo Chigi. Domani sarà convocato il tavolo delle piccole e medie imprese con il ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola. Dal Cairo Scajola ha annunciato che saranno definite «le misure possibili a breve e a medio termine per garantire la possibilità di proseguire il cammino imprenditoriale al tessuto più importante del nostro Paese». «In questa occasione - ha aggiunto Scajola - affronteremo diversi argomenti tra cui il tema del Fondo di garanzia per le imprese che è estremamente importante».