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"Incarichi d'oro", indagato il sindaco Moratti

Letizia Moratti

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Il Gip di Milano Paolo Ielo ha disposto nuove indagini a carico del sindaco del capoluogo lombardo Letizia Moratti e di altre quattro persone nell'ambito dell' inchiesta del Pm Alfredo Robledo su presunte irregolarità nell'affidamento da parte del Comune di consulenze. Il Gip ha così sciolto la propria riserva respingendo la richiesta di archiviazione della Procura la quale ipotizzava solamente degli illeciti amministrativi. Le nuove indagini che scadranno nel giugno prossimo, serviranno, in particolare, a sentire alcuni testimoni. Letizia Moratti deve rispondere di abuso d'ufficio, le altre quattro persone, tra cui l'ex direttore generale del comune, Giampiero Borghini e la sua vice Rita Amabile, a vario titolo di abuso d'ufficio, concussione e truffa aggravata.  "Il numero dei dirigenti nominati tra gli esterni non avrebbe potuto superare la decina, a fronte del numero di 51 concretamente nominati". E' quanto scrive il magistrato nel respingere la richiesta di archiviazione della procura di Milano nell'ambito della indagine sui cosiddetti incarichi d'oro, in cui e' indagata anche il sindaco Letizia Moratti per abuso d'ufficio. Secondo il gip, il "vernissage" della macchina comunale milanese sarebbe avvenuto "con la prospettazione di modalita' umilianti nella prosecuzione del rapporto di lavoro, con minacce - credibili per la fonte da cui promanavano - di pagarla" nei confronti di decine di funzionari che sarebbero stati indotti ad andare in pensione per lasciare il posto ad altri di nuova nomina. "Modalità umilianti" che, sostiene il magistrato, integrerebbero il delitto di violenza privata, "e non quello di concussione", ipotizzato dal pm. Inoltre, il gip annota che "l'indagine appare non essere sufficientemente approfondita in ordine al livello cui sono state prese le determinazioni per l'ottenimento delle risoluzioni consensuali". E ancora: l'amministrazione comunale milanese non avrebbe dato la pubblicità, prevista dallo statuto municipale, alla possibilità di presentare domande per la selezione di nuovi dirigenti. Sarebbe, questa, "una violazione di legge conclamata". "Merita rilievo la circostanza - scrive Ielo - che, incontestabilmente, la selezione dei dirigenti nominati è intervenuta senza la preventiva pubblicita' richiesta dallo statuto, senza peraltro nessuna ricerca delle professionalita' maggiormente adeguate alle funzioni da ricoprire con il risultato che (anche) ai cittadini del comune di Milano e' stata preclusa la possibilita' di accesso a funzioni poi assegnate a terzi".   

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