Angeletti: qualche azienda ci marcia Approfitta della recessione per licenziare
.Insomma alcuni ci stanno marciando, tanto poi paga Pantalone». Luigi Angeletti, segretario generale della Uil è una voce fuori dal coro. Mentre tutti plaudono all'aumento dei fondi per gli ammortizzatori sociali, lui è molto critico. Ma come? Prima alcuni sindacalisti reclamano più soldi per gli ammortizzatori sociali e poi lei dice che non è questa la strada giusta. Qui c'è qualcuno che sbaglia... «Allora facciamo chiarezza. Chi mi dice che in Svezia danno a tutti il sussidio di disoccupazione mi fa sorridere. In Svezia le imprese sono meno numerose che in Italia e quindi i controlli sugli abusi possono essere fatti in modo più capillare. Da noi dilagherebbero i furbetti». Furbetti o no, la crisi c'è e non si possono lasciare lavoratori per strada senza un aiuto, o no? «Il problema così è mal posto. Invece di aiutare chi è licenziato bisognerebbe creare le condizioni affinchè non ci siano i tagli al personale». E come? «Siccome c'è la crisi, c'è anche qualche azienda che sente di avere l'occasione per ridurre l'organico o magari chiudere uno stabilimento. Tutto naturalmente servendosi degli ammortizzatori sociali, ovvero scaricando sulla collettività gli oneri di queste scelte. Perchè invece di mettere i remi in barca quegli stessi imprenditori non si rimboccano le maniche cercando magari strade diverse? Quello che voglio dire è che la crisi sta creando una eccessiva comprensione verso quelle imprese che mettono in cassa integrazione. Potrebbero, piuttosto, ridurre l'orario. Il governo da parte sua dovrebbe finanziare la riduzione dell'orario e stabilire una sorta di moratoria nei licenziamenti per tutto il 2009». Le imprese però dicono che non hanno soldi da investire, che non ce la fanno e che le banche hanno ridotto il credito. Tutti problemi reali... «A me questa dei soldi che non ci sono sembra tanto un alibi per tagliare il personale. Quanto alle banche è arrivato il momento che si pongano nella condizione di rischiare. Il che significa dover lavorare di più per analizzare la solidità e le prospettive di una impresa e non dire subito di no». Quindi per lei il governo ha sbagliato a aumentare i finanziamenti per gli ammortizzatori sociali? «Sì, sarà controproducente e gli effetti si vedranno a breve». Quali sono i settori che potrebbero approfittare? «L'industria manifatturiera è più difficile da mandare avanti e quindi qui la tentazione di approfittare degli ammortizzatori sociali per licenziare potrebbe essere più forte. Ma non voglio fare nomi, almeno per ora. Una cosa però voglio dirla, ed è che sarebbe opportuno che la Fiat cominciasse a riportare in Italia la costruzione dei modelli che funzionano».