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Quartaccio, Racz spera di nuovo nel Riesame

Racz Karol

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Presunti innocenti, come scrive la procura ma ancora in carcere. Ma potrebbe arrivare dal Riesame di Roma, come per lo stupro della Caffarella ancora senza responsabili, il secondo verdetto favorevole per «faccia da pugile». Intanto Karol Racz, vittima delle calunnie del presunto complice - stando alle parole usate dalla procura nel fermo emesso per il «biondino», Alexandru Isztoika Loyos - e vittima di un riconoscimento incerto e in parte ritrattato, per la violenza di Primavalle del 21 gennaio di cui è accusato, resterà in carcere ancora per almeno 10 giorni. L'udienza del Riesame, a cui ha fatto appello l'avvocato Lorenzo La Marca, chiedendo la revoca della misura in carcere per lo stupro di via Andersen - alla luce del fatto che l'unico Dna repertato sulla vittima è quello di un egiziano - sarà fissata non prima di una decina di giorni. La vicenda giudiziaria di faccia da pugile, assume i connotati del paradosso almeno stando alle risultanze investigative: il pm non ha ancora formalmente ricevuto dalla polizia scientifica l'esito del Dna per la violenza di Primavalle. Esito, tuttavia, che appariva abbastanza scontato stando alle indiscrezioni, note da almeno una settimana, che venivano dalle stesse fonti investigative. Diversamente dalla violenza di San Valentino per le accuse mosse a Racz non c'era, a quanto si sa fino ad ora, un profilo genetico da identificare, su cui lavorare, alternativo a quello repertato in ospedale. Ieri il suo difensore ha fatto appello al Riesame chiedendo la revoca dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere per violenza sessuale. E in quel carcere si svolgerà stamattina l'interrogatorio di convalida per il fermo di Alexandru Isztoika, il romeno accusato di calunnia, autocalunnia e favoreggiamento dopo che il Riesame aveva deciso l'annullamento della misura cautelare in carcere per lo stupro della Caffarella alla luce del test negativo sul Dna. Secondo le accuse, Loyos durante la confessione nella quale si accusava dello stupro, «avrebbe incolpato falsamente se stesso - come si legge nel provvedimento di fermo - chiamando in causa il connazionale Karol Racz, pur nella consapevolezza della innocenza propria e del presunto complice, così aiutando i colpevoli, allo stato ignoti, a eludere le investigazioni». Ieri il capo della squadra Mobile Vittorio Rizzi ha avuto un lungo incontro con il pm Barba. Gli investigatori stanno lavorando anche con la collaborazione della polizia romena, ad una ventina di profili genetici in base alla compatibilità trovata con un tratto di un cromosoma Y repertato dal tampone sulla ragazzina di 14 anni e simile a quello di un detenuto romeno. Sugli episodi di violenze sessuali è intervenuto anche Luca Palamara, presidente dell'Assocazione nazionale magistrati: «È necessario che i processi si facciano nelle aule di giustizia», ha detto il pm romano.

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