«Nel Lazio non si può applicare la regola 70 a 30 tra FI e An»
.Vincenzo Piso, deputato di An con un lungo passato di consigliere comunale a Roma e vicepresidente della federazione romana del partito, è uno che il sindaco lo conosce molto bene. E ora che la costruzione del Pdl è a un passo, ora che Alleanza Nazionale si appresta a celebrare domani e domenica il suo ultimo congresso prima di confluire nel "partito unico", è pronto a scommettere sul nuovo inquilino del Campidoglio. «Ha tutte le carte in regola per diventare il leader del futuro — racconta — Anche se per il momento deve fare il sindaco e occuparsi dei problemi della città. E poi non dobbiamo dimenticarci che noi abbiamo Fini». Fini, appunto. Cosa c'è nel suo futuro? «Per il momento fa il presidente della Camera e lo fa molto bene. Ed è molto "geloso" di questo suo ruolo di "terzità" rispetto alla politica. Quando non lo sarà più avrà sicuramente un ruolo importante. Ma ora non so dire quale». Per ora siete impegnati a dare l'addio ad Alleanza Nazionale... «Non mi piace come definizione. I partiti passano, le storie di quelli che li fanno non muoiono mai. È una fase di passaggio, come quando siamo arrivati a Fiuggi». Qui però, oltre al partito, c'è da creare tutto, regole e dirigenti. E non sembra facilissimo... «Bisogna creare i meccanismi che facciano emergere la classe dirigente, basata sulla meritocrazia. Per noi di An è fondamentale. Se si vive in democrazia bisogna che questa entri anche nelle strutture che le danno corpo. Come i partiti». Per il momento tra voi e Forza Italia sembra «comandare» la regola del 70-30 nei rapporti di forza. E di rappresentanza. «Beh, quelle cifre o sono suffragate dai dati sul territorio oppure non valgono. In Abruzzo e in Sardegna, ad esempio, c'è stato un risultato sicuramente diverso. Così come nel Lazio. Ma allo stesso modo ci sono Regioni dove i nostri amici di Forza Italia sono più forti di noi e vanno anche oltre quelle percentuali. E poi loro si fanno carico anche dei partiti più piccoli. Dovremo "compensare" le situazioni diverse dal quadro nazionale». Quindi nel Lazio non sarà rispettata la quota 70-30? «Ci sono rapporti diversi e bisognerà tenerne conto. Le "fotografie" non reali producono frutti avvelenati. Dobbiamo comunque arrivare ad un rapporto equilibrato per costruire il Pdl. Con un obiettivo: vincere la prossima sfida per le elezioni regionali».