Berlusconi riunisce i banchieri: tocca a voi aiutare le aziende
L'appuntamento, al quale hanno partecipato anche i vertici di alcune imprese assicurative e top manager, rientra in quell'operazione di marketing che va sotto il nome di incontri con «l'Italia del fare», ma che in questo caso ha assunto il carattere di una vera e propria moral suasion, l'ennesima, verso gli istituti di credito. Dopo le multinazionali, le imprese familiari e le grandi firme del made in Italy, ieri sera a salire le pendici di Monte Mario sono stati i banchieri, da Enrico Salza e Corrado Passera per Intesa Sanpaolo, all'amministratore delegato di Unicredit Alessandro Profumo, al presidente del gruppo Mps Giuseppe Mussari, all'amministratore delegato del Banco Popolare Pierfrancesco Saviotti, a Luigi Abete per la Bnl insieme all'ad Fabio Gallia e al presidente dell'Abi nonchè presidente del consiglio di sorveglianza di Ubi Banca, Corrado Faissola. Per le assicurazioni era presente il direttore generale di Alleanza Assicurazioni, Sandro Panizza e Carlo Cimbri, direttore generale di Unipol. Sono intervenuti anche imprenditori del settore energetico (come Giuseppe Recchi, presidente di General Electric Sud-Europa) e della moda (come Renzo Rosso di Diesel) e Lapo Elkann. A tavola con Berlusconi anche i ministri Tremonti, Scajola, Sacconi, Zaia, Frattini, Alfano, Carfagna e Fitto, il sottosegretario Bonaiuti e Mauro Masi. Una cena blindatissima ma dalla quale sono filtrate alcune indiscrezioni. Berlusconi ha richiamato tutti a collaborare per arginare gli effetti della crisi sull'economia reale. Ma ha anche insistito sulla necessità di non lasciarsi andare al pessimismo. Il premier si è rivolto in particolare ai banchieri. Insieme a Tremonti, ha sciorinato i dati della Banca d'Italia che indicano una brusca decelerazione del credito concesso dalle banche. Nel pomeriggio Tremonti aveva riunito il comitato per la salvaguardia della stabilità finanziaria e con il direttore generale della Banca d'Italia Fabrizio Saccomanni, i presidenti della Consob Lamberto Cardia e dell'Isvap Giancarlo Giannini, aveva fatto il punto sulla situazione del credito. Dall'incontro era emerso che il sistema bancario ha rallentato la concessione di prestiti. Partendo da questo scenario, Berlusconi ha rinnovato la richiesta alle banche a «sostenere il sistema produttivo». Il premier avrebbe insistito sull'azione avviata dal governo, sull'opportunità fornita dai Tremonti bond, «per niente onerosi», cioè sul fatto che Palazzo Chigi sta facendo la sua parte mettendo in campo tutti gli strumenti per agevolare il flusso del credito alle imprese. I Tremonti bond, ha ricordato Berlusconi, valgono 10-12 miliardi e possono mettere in circolo un maggior credito per circa 150 miliardi. Le banche non avrebbero mostrato un atteggiamento di chiusura ma avrebbero ribadito che anche il sistema bancario sta soffrendo la crisi e questa situazione impone comunque una certa cautela nell'erogazione dei prestiti. Peraltro se gli istituti di credito non sono stati travolti dallo tsunami dei titoli tossici, hanno sottolineato i banchieri, è anche perchè hanno sempre seguito una politica di grande cautela. Il timore espresso dalle banche è che talune imprese non siano in grado di far fronte ai debiti. Gli istituti avrebbero anche espresso perplessità sull'azione di monitoraggio del credito affidata ai prefetti. Il ruolo di «sorvegliati speciali» non piace ai banchieri.