Sacconi: una riforma sull'età? No, c'è la crisi
«Èveramente una posizione da liberal de noantri - ha detto parlando ad un convegno all'Inpdap - quella di chi dice di generalizzare il sussidio di disoccupazione al 60% e di cambiare l'età di pensione in questo momento. Nel mezzo del fiume in piena ci mettiamo ad attraversare il guado? Sarebbe una scelta sbagliata. Solo circoli elitari che vivono in comodi salotti possono pensare una cosa del genere». Il ministro ha ribadito quindi l'intenzione di non cambiare le regole per l'accesso alla pensione anche se si dovrà invece aprire un tavolo per quanto riguarda il pubblico impiego così come previsto dalla sentenza della Corte di giustizia Europea. Per l'età di accesso alla pensione di vecchiaia delle donne nel pubblico impiego comunque la convocazione, ha spiegato Sacconi, non è impellente. Il ministro ha sottolineato che questo governo non utilizzerà il momento di fragilità delle forze sociali «piegate dalla crisi» per «dare la botta. Sarebbe un'operazione cinica e sbagliata». Sacconi infine ha ribadito l'utilità della scelta di estendere gli ammortizzatori sociali «negoziali» (come la Cig e la mobilità, ndr) rispetto a quelli automatici come l'indennità di disoccupazione. «Se infatti si fosse scelta la prima ipotesi - ha detto Sacconi - si sarebbe andati incontro ad un regresso strutturale irreversibile del sistema produttivo. Il governo prorogherà i mandati dei vertici degli enti previdenziali almeno fino alla fine del 2009. Sacconi ha spiegato che questa proroga punta al completamento del percorso di razionalizzazione degli enti. «Pensiamo di prorogare il commissario - ha detto riferendosi al numero uno dell'Inpdap Paolo Crescimbene - lui come gli altri ritenendo che debba essere completata la riorganizzazione degli enti previdenziali».