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Berlusconi a tutto campo: con battute e frecciate agli avversari si conferma unico leader

Il premier Silvio Berlusconi

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Silvio Berlusconi rapisce la platea dell'Assemblea dei Gruppi parlamentari del Pdl, al teatro Capranica. La sala è piena. Ci sono quasi tutti gli esponenti del Popolo della libertà, compresa gran parte della squadra di governo. Sono circa le cinque del pomeriggio quando il premier arriva al Capranica, a due passi da Montecitorio. Prima di entrare nella sala, si ferma a parlare con alcuni giornalisti. La domanda è su uno dei temi del giorno, la Rai e il no alla riconferma di Petruccioli come presidente. «Non per disistima verso Petruccioli - precisa il premier - ma in Rai ora serve un cambiamento». Il Cavaliere entra in sala, e scatta la standing ovation. Ressa di telecamere e giornalisti, bandiere sventolanti, fotografi ovunque. Berlusconi comincia a parlare, e sin dalle prime battute si s'intuisce l'andazzo di tutto l'intervento. Ringrazia innanzitutto i capigruppo Pdl Cicchitto, Bocchino, Gasparri, Quagliariello (promotori dell'iniziativa) di averlo invitato. Anche perché, spiega, «ormai passo tutto il mio tempo chiuso a Palazzo Chigi». Ad ascoltare il Presidente, sedute nelle prime file ci sono tutti i vertici del nuovo partito: c'è il ministro Bondi, c'è Ignazio La Russa. Denis Verdini, è rimasto in piedi, al lato destro del palco. Berlusconi comincia così a fare il mattatore. «Nei consigli internazionali a cui partecipo mi trovo ad essere sempre il più vecchio: una cosa che mi distrugge, anzi mica tanto...», ironizza il Cavaliere. Poi l'aneddoto: ricorda una sua visita alla residenza milanese per anziani "Pio Albergo Trivulzio". Una struttura dove il premier ha inaugurato qualche settimana fa il nuovo reparto dedicato a "Mamma Rosa". Ed ecco il racconto: «Facendo il giro dei saluti ai pazienti, mi sono avvicinato ad una signora, che mi sembrava piuttosto vecchia, ma che era molto arzilla. Così l'ho salutata e le chiesto quanti anni avesse. Lei mi ha risposto: "Ho la sua età, presidente...". La platea scoppia a ridere, mentre Berlusconi si copre la faccia con le mani ed inizia a scuotere la testa. La storia però non è finita, anzi aggiunge il Cavaliere: «Non ci crederete ma sono stato un quarto d'ora a guardare il mio volto per vedere le prossime rughe». Un attimo di silenzio e poi sguardo furbo verso la platea: «Non temete: io mi sento sempre 35 anni». Altro applauso. Prima ancora del raccontino sulla vecchietta, le battute sul ministro della Farnesina. L'occasione è la proposta di delegare ai capigruppo il voto in rappresentanza dei parlamentari che condividono una certa posizione. Berlusconi la presenta alla platea, poi chiama Frattini per illustrare il sistema di voto francese, preso ad esempio visto che a Parigi è prevista appunto la delega al capogruppo: «Vieni Franco, vieni a spiegarlo sul palco», il premier lo invita a salire accanto a lui e, mentre il titolare della Farnesina lo raggiunge, si lancia in un elogio: «Il ministro si sta segnalando molto bene sulla scena internazionale, sembra che piaccia molto anche ad Hillary Clinton...Vero Franco?». Tutti sorridono. «Questa è la differenza tra noi e loro - commenta il premier gongolando -, noi siamo la gente della libertà, della verità, ma siamo anche la gente del sorriso e dell'ottimismo. Loro sono quelli della sfiducia dello scetticismo e del pessimismo». Dopodichè il premier passa al bilancio di dieci mesi di governo, snocciolando quanto fatto finora e annunciando i prossimi obiettivi in agenda. A cominciare dalle intercettazioni, tema particolarmente caro al capo del governo. «La legge sulle intercettazioni non è quella che volevo», ricorda il premier. «Ma è comunque un passo avanti. Non è una democrazia quella in cui non si può parlare liberamente al telefono». E ancora parla del piano casa, che approderà in Consiglio dei ministri venerdì prossimo, «non un piano per la cementificazione come dice l'opposizione, ma solo buon senso che servirà a mettere in moto l'edilizia nel nostro Paese». Sulla crisi economica, il presidente del Consiglio continua a tenere la linea dell'ottimismo, certo del fatto che «l'Italia uscirà prima e meglio di altri Paesi». E comunque, se la crisi si aggrava «abbiamo la possibilità di sostenere tutti i cittadini che fossero in condizioni di non lavoro». Prima di salutare i parlamentari del Pdl ribadisce l'importanza di essere presenti alle votazioni in Aula. Ed è qui che il premier lancia una proposta: partendo dal presupposto che «è necessario cambiare i regolamenti parlamentari non adeguati alle necessità di un governo e di una maggioranza», Berlusconi spiega di voler proporre che si voti per gruppi parlamentari: cioè vale il voto del capogruppo, se un parlamentare dello stesso gruppo non è d'accordo, può esprimere il proprio voto contrario o dichiarare l'astensione. Fini, il co-fondatore del Pdl, non viene nominato da Berlusconi neppure una volta in tutto l'intervento. In compenso il premier spiega che sarà lui personalmente ad aprire e chiudere il congresso del prossimo 27 marzo. E tutti i presenti avranno una pergamena e medaglia celebrativa per dire "io c'ero".

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