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Scandalo rifiuti a Colleferro, "colletti bianchi peggio dei mafiosi"

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Comandante, sorpreso da tanto malcostume? «Sicuramente, soprattutto per la sfacciataggine. Nonostante i controlli, alcune persone anziché sentirsi sotto indagine si mostravano così sicure che era come se gli altri dovessero sentirsi in difetto». Si spieghi. Ha ricevuto minacce? «No, però c'è chi ha cercato di gonfiarsi il petto chiedendo, cercando di sapere i nostri nominativi».  In questo indagini, quali sono stati gli ostacoli maggiori che ha incontrato? «Non l'omertà. Gli operai hanno collaborato, si sono fidati di noi. C'è stato un momento però che dai piani alti dell'azienda si faceva la voce grossa, sono intervenuti pesantemente sul personale. E così si stava diffondendo un clima teso, quasi dubbioso: "I carabinieri ce la faranno a scoprire le cose che non vanno?". Noi abbiamo cercato di far capire loro che il nostro lavoro non era affatto finito, che non si era arenato, che bisognava fare le cose giuste e che non avremmo abbandonato chi ci aveva aiutato. Lo abbiamo dimostrato con la sospensione del dipendente, sulla quale abbiamo fatto accertamenti anche penali».  Quanto danno ha procurato all'ambiente questa gestione dei rifiuti? «È complicato dirlo. Abbiamo scoperto che alcuni dirigenti manipolavano i dati. Saranno fatti accertamenti approfonditi». Qual è l'ultima anomalia che avete scoperto? «A ottobre, sempre nel trattamento dei rifiuti. Ma si sono verificati episodi anche agli inizi del 2009. È stato imposto agli operatori di non annotare le eventuali anomali riscontrate. Questa è la cosa grave».  Il Noe di Roma ha competenze regionali... «A dire il vero ci siamo trovati ad operare anche in altre regioni, come in Campania e in Basilicata». Per esempio, su cosa avete indagato? «In Campania ci siamo concentrati sulla camorra, sui Casalesi, con fermi disposti dalla Direzione distrettuale antimafia. E lo stesso è accaduto a Potenza». Siete particolarmente bravi. Qual è la vostra preparazione? «I miei carabinieri ed io abbiamo maturato esperienze di servizio nella lotta alla criminalità organizzata, in Sicilia soprattutto». Quindi? «L'approccio è particolare, dattagliato, scientifico. Nell'inchiesta sul Gaia è stato particolarmente prezioso però il lavoro del pubblico ministero e del giudice per le indagini preliminari». Sono più pericolosi i mafiosi o i colletti bianchi? «Il criminale uccide. Qui parliamo della salute di migliaia di persone». Fab. Dic.

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