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"Il teste è irrilevante serve a confondere"

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Avvocato, l'ingresso nell'inchiesta del supertestimone cosa può cambiare? «Assolutamente nulla, è un elemento che per quanto ci riguarda non modifica affatto la nostra tesi difensiva, cioè sull'estraneità dai fatti dei miei clienti accusati di violenza sessuale». Il medico però li ha riconosciuti. Non ha significato secondo lei? «No, perché chiunque nel parco della Caffarella può dire di aver visto due stranieri, di aver notato due uomini che camminavano nel parco di pomeriggio». Ha letto le dichiarazioni del testimone? «Non ne ho avuto ancora la possibilità, ma posso sottolineare che chiunque può dire di aver visto persone che somigliano ai due romeni». Che vuole dire? «Sono tante le persone che si possono somigliare molto e quindi è facile che ci si possa sbagliare». Quale quindi un suo giudizio su questa testimonianza? «Stiamo parlando soltanto di cose astratte. Sono certo che in questa vicenda si stanno lanciando parole esclusivamente per confondere le idee, per non concentrarsi sulle indagini in corso, che fino ad ora hanno dato risultati a favore dei miei clienti». A quali dati si riferisce? «Ad esempio ai risultati sul Dna, che ad oggi hanno escluso categoricamente che ci siano compatibilità con le tracce trovare sui reperti esaminati». Gli esami però non sono ancora finiti. «Per quanto riguarda i test sui reperti raccolti sul luogo dell'aggressione e sui tamponi della ragazza gli accertamenti sono terminati. Adesso sono in corso invece esami sul giaccone usato dalla minorenne per coprirsi una volta arrivata al bar dove ha chiesto aiuto». Secondo lei quindi la magistratura non ha elementi schiaccianti in mano? «Fino ad ora non ho visto prove contro i due romeni. Anzi, il contrario, poiché gli accertamenti svolti dalla procura hanno dato sempre esito negativo e quindi favorevoli ai miei clienti».

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