Nell'insieme sono state compilate da non più di una decina o, al massimo, da una ventina di massimi responsabili.
Nellastessa o in un'altra domenica di giugno si voterà anche per il referendum sulla legge elettorale. Voi direte: finalmente possiamo votare per migliorare le cose. Non è così. Anzi, avverrà il contrario. I promotori sostengono maldestramente che il referendum dà più potere ai cittadini e meno ai partiti. È falso. Nel sistema eventualmente risultante dal referendum, il premio di maggioranza verrebbe attribuito non alla coalizione delle liste collegate (come oggi) ma alla lista unica che ottiene il maggior numero dei voti. Così anche un partito che consegue solo il 30-35% dei voti otterrebbe la maggioranza assoluta degli eletti prescelti dalla sua lista prefissata. Con il risultato che una sola persona, o un solo gruppo di capipartito, designerebbe la maggioranza assoluta dei parlamentari. La fascistissima legge Acerbo del 1924, al confronto, era democraticissima. Questa l'amara realtà. Quandi è che i nostri governanti, del centrodestra come del centrosinistra, comprenderanno che tali i sistemi, se consolidano le loro posizioni autoreferenziali, rischiano di far retrocedere l'Italia tra le democrazie di serie B, se non addirittura di serie C? Massimo Teodori