Diciotto miliardi per le Grandi Opere
Non solo il Ponte sullo Stretto e il Mose, la barriera salva-Venezia, ma anche la ristrutturazione delle scuole e la costruzione di nuove carceri. Il governo spinge sulla leva delle infrastrutture per il rilancio dell'economia italiana, impastoiata dalla recessione. Mette così sul tavolo i 16,6 miliardi già preannunciati, e vi aggiunge anche un altro miliardo e 200 milioni di interventi per istituti scolastici e penitenziari. Al fianco delle grandi opere, che possono rappresentare un volano per l'economia soprattutto nel medio termine, arrivano quindi risorse per interventi minori, con tempi di attivazione bassissimi e in grado di spingere rapidamente l'economia in modo diffuso sul territorio. Ma tutte le opere finanziate sono comunque scelte tra quelle «pronte e cantierabili nel più breve tempo possibile», ha affermato il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli. E alla fine il costo totale delle opere approvate è aumentato del 28% rispetto ai 91 miliardi del novembre 2006. A dare il via libera al nuovo pacchetto di risorse è stato il Cipe, il comitato interministeriale per la programmazione economica che si è riunito a Palazzo Chigi poco prima del Consiglio dei ministri. Il piatto forte è stato il finanziamento delle grandi opere mentre, per i fondi a sostegno delle imprese, le pressanti richieste dei diversi ministri hanno portato a una mediazione: la creazione di un fondo da 9 miliardi nella disponibilità della presidenza del Consiglio, che sarà attivato su progetti immediatamente realizzabili che saranno presentati dai singoli ministeri. Sul fronte grandi opere arrivano i primi 1,3 miliardi per avviare la costruzione del Ponte sullo Stretto per il quale è stimata una spesa di 6,1 miliardi, e 800 milioni per il sistema Mose a Venezia. Sono previsti 2.750 milioni di contributo pubblico per l'alta velocità ferroviaria (le tratte Milano-Verona; Milano-Genova prima fase; oneri ambientali per la Firenze-Bologna; il primo stralcio dell'asse pontremolese) e poco più di 1,5 miliardi per realizzare metropolitane (la linea C di Roma, la metro regionale campana, le reti di Palermo e Catania, le metro di Bari e Cagliari, gli adeguamenti per Parma Brescia e Bologna) e finanziare le reti di trasporto in vista dell'Expo milanese del 2015. Molti anche gli interventi stradali, finanziati con contributi pubblici (2 miliardi) e privati (8,090 miliardi), tra i quali alcuni riguardano il traforo del Frejus, il sistema pedemontana Lecco-Bergamo e il completamento della Salerno-Reggio Calabria. La vera novità è però rappresentata da uno stanziamento di 1,2 miliardi, che si aggiunge ai 16,6 dei quali si era difatti già parlato. Un miliardo andrà a finanziare interventi di edilizia scolastica «per rendere le scuole più sicure», ha detto il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini. La cifra, però, viene considerata «irrisoria» dal Codacons. Sono invece 200 i milioni che andranno al fondo per l'edilizia carceraria: per il sottosegretario alla Giustizia, Elisabetta Alberti Casellati, si tratta di «un segnale importantissimo che dimostra la concreta volontà del governo Berlusconi di porre rimedio all'emergenza carceraria». E se tutto il Pdl plaude all'intervento del governo, le critiche arrivano dall'Italia dei Valori e dal leader della Cgil Epifani. «Erano soldi già stanziati — ha detto quest'ultimo — si è deciso di scegliere le opere. Talune di queste per me non sono la priorità, altre sì ma in ogni caso arriveranno un po' in ritardo rispetto alla natura e alla velocità della crisi. Andavano decise forse sei mesi fa». Per Antonio Di Pietro, invece, «è una truffa colossale far credere che il ponte sullo Stretto di Messina parte entro sei mesi. In realtà non ci sono opere cantierabili approvate dal Cipe». A smentirlo è arrivata la dichiarazione dell'amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti: «Il progetto dell'alta velocità va avanti».