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Presentato il voto elettronico "anti pianisti"

Voto elettronico

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E anche i deputati "obiettori", cioè quelli che non hanno voluto rilasciare le proprie impronte - al momento 19, dei quali verranno resi noti nome e cognome -, se volessero continuare il "malcostume" di votare per due, avrebbero certamente gli occhi addosso dell'Assemblea. Il nuovo metodo è stato sperimentato oggi da una sessantina di cronisti parlamentari nell'Aula presieduta dal presidente della Camera, Gianfranco Fini. Sono state simulate due votazioni e solo per un paio di onorevoli-giornalisti il sistema non ha riconosciuto le minuzie e quindi gli ha impedito di votare. Per il resto è filato tutto liscio anche se è indubbio che la votazione con il nuovo sistema rubi qualche secondo in più rispetto alle votazioni effettuate col vecchio sistema. Fini ha stimato che si impiegheranno circa 4 secondi in più rispetto al passato per votare. In compenso però, ha rilevato, "tutte le questioni sollevate dai colleghi al momento del voto sul controllo dei pianisti (che comunque occupavano secondi preziosi, ndr) sono risolte". Nella maggior parte dei casi, infatti, con il vecchio sistema non si riusciva comunque ad effettuare più di una votazione al minuto. Il presidente della Camera ha fornito dati dettagliati in merito: su 2.667 votazioni effettuate in questa legislatura fino ad oggi, in oltre 2.000 casi se ne è fatta una al minuto, in 276 casi due al minuto, in 41 casi tre, in 33 casi quattro. Insomma "non sarà il nuovo sistema - ha assicurato Fini - a incidere negativamente sui tempi di svolgimento della votazione". Anzi. Per provare il nuovo sistema di voto, si sono accreditati anche alcuni giornalisti stranieri del New York Times, della Bbc, della France Presse. Mettere fine alla pratica dei pianisti, ha detto Fini, "è una questione di moralità pubblica" assicurando che, al termine della raccolta delle impronte, "sarà esiguo il numero di chi si sarà rifiutato di rilasciare le proprie minuzie: non sarà un numero rilevante politicamente". Tuttavia, ha fatto sapere la terza carica dello Stato, se il numero dei 'disertori' non dovesse risultare esiguo come auspicato "chiederò all'ufficio di presidenza di valutare la proposta dell'Idv di rendere obbligatorio il rilascio delle minuzie". Fino a oggi sono 500 i deputati che hanno rilasciato le proprie minuzie, 19 si sono rifiutati. All'appello mancano 109 componenti dell'Assemblea che hanno tempo fino a venerdì di decidere se ritirare solo le nuove tessere di voto (obbligatorie) oppure farsi anche "schedare" (facoltativo). Dei deputati obiettori, ha assicurato Fini, sarà reso pubblico il nome e in ogni caso se si tratta di un piccolo numero "non ci sarà modo di votare per gli altri". E per dare il buon esempio, oggi, anche la terza carica dello Stato, ha rilasciato le sue minuzie anche se consuetudine vuole che il presidente della Camera non partecipi alle votazioni. Non ha ancora fatto lo stesso il premier Silvio Berlusconi.

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