Bonanni: "La politica ascolti Napolitano"
L'unico che ha una visione lucida dell'emergenza della crisi, è il presidente della Repubblica Napolitano che però non viene ascoltato da nessuno. La sua è una voce isolata mentre soprattutto in questo momento dovrebbe essere la stella polare per la politica». È un'analisi dura quella del segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni. C'è il rischio che la crisi scateni tensioni sociali? E come pensate di farvi fronte? «Comincio dalla fine. Le tensioni si arginano con la concertazione, con gli accordi. C'è un sentimento diffuso di paura tra la gente per la piega chepotrebbe prendere la recessione. Finora siamo riusciti a garantire alcuni paracadute». Si riferisce all'aumento dei fondi per gli ammortizzatori sociali? «Proprio così, si tratta degli 8 miliardi messi a disposizione per provvedere a integrare il reddito a chi perderà il lavoro. È stata importante la risposta data dal governo in accordo con la conferenza delle regioni di segno politico opposto. È stato l'unico momento di collaborazione tra i due schieramenti politici». È una misura sufficiente? «Bisogna muovere tutte le leve dell'economia in modo che la crisi ci colpisca il meno possibile. Occorre soprattutto che maggioranza e opposizione collaborino a un solo disegno invece di litigare su tutto. Nessuno ce la può fare da solo e questo vale anche per il governo che ha una maggioranza forte». La sua è una critica a tutto campo, non salva nessuno? «Lo sport più praticato dalla politica è di scaricare sugli altri i problemi. Chi governa ha le maggiori responsabilità ma anche l'opposizione e le forze sociali devono fare la loro parte». Si riferisce alla Cgil? «Non solo. La Cgil pensa che basta andare in piazza per risolvere un problema. La piazza invece è importante quando viene usata in modo opportuno altrimenti perde efficacia. Ma anche il governo spesso non è all'altezza delle situazioni e fa ricorso alla demagogia invece di dare risposte concrete». Un esempio? «L'operazione delle ronde. Invece di organizzare meglio le forze di polizia, il governo ha fatto quell'operazione demagogica che sono le ronde; un segno di degrado istituzionale oltre che culturale. In questo quadro desolante l'unica voce consapevole, purtroppo isolata, è quella del presidente della Repubblica che invita tutti i soggetti politici a collaborare su alcuni progetti per il Paese». Quanto pesa nell'affrontare la crisi, la difficoltà in cui si trova il centrosinistra? «Ciò che pesa è l'inefficienza della politica. Alcuni dell'opposizione dovrebbero avere il coraggio di collaborare. L'unico esempio recente di un dialogo è stato l'accordo Stato-regioni sugli ammortizzatori sociali. La situazione politica generale mira però a scoraggiare questi comportamenti».