«Scioperi, il Pd non farà accordi con la Cgil»
Però mantiene intatto l'imprinting dell'originaria formazione nel valutare la nuova normativa sullo sciopero licenziata dal Governo. Ritiene il provvedimento sullo sciopero una violazione costituzionale simile al fallito tentativo sull'articolo 18 sui licenziamenti? «Sono cose diverse. L'articolo 18 è una legge, questa è materia di attinenza costituzionale da maneggiare con attenzione e non con lo strumento della delega. Il Governo non può avere margini così ampi. È una questione di metodo e di merito. Non va bene la delega perché si tratta di diritti costituzionalmente garantiti e, poiché esercitati in modo collettivo, è necessario coinvolgere direttamente tutti i soggetti. È vero che la Cgil pone solo «rifiuti ideologici» come sostengono in molti? «Già negli anni '80 la Cgil pose per prima il problema dell'autoregolamentazione degli scioperi per compendiare le diverse esigenze dei lavoratori e dell'utenza colpita selvaggiamente. Sono vent'anni che se ne preoccupa inventando l'autoregolamentazione che ha portato a forme legislative definite insieme fra Governo e parti sociali. Oggi bisogna riprendere quel percorso». Alla luce del testo definitivo ritiene rientrato il pericolo di svolta autoritaria? Il ministro Sacconi ha detto infatti di essere disponibile a continuare il dialogo con le parti sociali «L'impianto originario era molto peggio, frutto di un'idea autoritaria. La delega mi fa essere convinto che il Governo ricerchi la possibilità di aprire una porta oggi chiusa. Sarei più rassicurato se si aprisse un negoziato vero con tutti per trovare un'intesa che sono certo potrà esserci e, sul testo concordato, si cambi la delega e si apra il confronto in Parlamento». Non le pare che la posizione di rifiuto della Cgil faccia asse con le rivendicazioni delle varie sigle minori e in questo modo si rischi di paralizzare le città? «Il sindacato confederale non è mai compiacente con i piccoli sindacati corporativi, dannosi per i lavoratori e sciagurati per gli utenti. La causa è da ricercare nella frammentazione sindacale. Il problema è la rappresentanza delle relazioni sindacali e da qui bisogna partire». Quale posizione avrà il Pd su questo provvedimento? «È sbagliato dire che si schiererà con la Cgil. Il Pd farà da sponda in modo che il Governo ricerchi un accordo con Cgil, Cisl, Uil e Ugl sulle modalità di regolamentazione e sulla rappresentanza». Allora l'ostacolerete così come è adesso? «È stato lo stesso Sacconi a dire che intende riaprire il dialogo con le parti sociali. Doveva farlo prima. È così che si deve procedere».