Basta scioperi selvaggi, la Cgil insorge
In piazza a Torino: contro la crisi più contratti
Una svolta che divide i sindacati, non convince le associazioni dei consumatori Aduc, Codacons e Federconsumatori, e raccoglie gli applausi di Confindustria. Tra le novità introdotte spiccano lo sciopero virtuale, l'adesione preventiva nei settori rilevanti, sanzioni certe e, soprattutto, le nuove norme per la proclamazione. D'ora in poi servirà il 50% della rappresentanza o, in alternativa, i sindacati che hanno almeno il 20% possono ricorrere al referendum che, però, deve registratre un consenso di almento il 30% dei lavoratori. Soddisfatto il ministro del Welfare Maurizio Sacconi: «Ci sarà una più efficace conciliazione tra il sacrosanto e tutelato diritto di sciopero e la libera circolazione delle persone». Sacconi difende quindi la scelta di ricorrere ad un ddl delega: «Lo strumento del ddl delega servirà non solo per mettere a punto altri dettagli, ma anche come ulteriore strumento di coinvolgimento delle parti sociali». Il Pd, però, critica la scelta anche se, pur esprimendo «preoccupazione» per il provvedimento, annuncia che per ora non farà barricate. Un atteggiamento guardingo che testimonia l'imbarazzo di trovarsi, ancora una volta tra due fuochi: quello della Cgil per cui tifano gli ex Ds e quello della Cisl che raccoglie invece i favori degli ex Margherita. Epifani, infatti, anche se isolato, incalza l'esecutivo: «Bisogna leggere il testo e poi dare la valutazione, resto dell'opinione che se si vuole conciliare meglio il diritto e la sicurezza di chi si muove con il diritto dei lavoratori, si possono trovare le soluzioni. Ricorrere invece ad uno strumento che provi a ridurre uno spazio di libertà del mondo del lavoro, allora, a quel punto, non saremmo d'accordo». Immediata la replica di Sacconi secondo cui, quelle della Cgil, sono «critiche pregiudiziali». Anche se poi il ministro ammorbidisce i toni: «Mi sembra che, nonostante tutto, ci sia la disponibiltà a continuare il dialogo. Sono fiducioso - prosegue - perché, anche alla luce del testo che abbiamo elaborato, è evidente che una grande associazione come la Cgil può essere ragionevolmente in grado, anche da sola, di procedere alla proclamazione dello sciopero». Di tutt'altro tenore le reazioni di Cisl e Confindustria. «Sono rassicurato dal ddl delega - commenta Raffaele Bonanni -: è molto largo e rinvia alla contrattazione». Quindi una stoccata ad Epifani: «Da un po' di tempo è latitante, preferisce stare sul monte e criticare tutto. Farebbe bene a moderare le sue valutazioni e, al pari di ogni sindacalista responsabile, dovrebbe assicurare la sua presenza e la sua capacità di contrattazione con il governo e con gli imprenditori». Soddisfatta anche il leader degli industriali Emma Marcegaglia che ipotizza addirittura la possibilità di estendere la formula del referendum tra i lavoratori anche ad altre categorie. «Lo sciopero - commenta - è un diritto democratico, ma lo è anche che le persone non siano bloccate per giorni negli aeroporti e nelle ferrovie». Ora il testo inizierà il suo iter parlamentare e alcuni punti potrebbero «essere migliorati». La Uil, ad esempio, critica l'adesione individuale (anche l'Ugl è contraria) e chiede, per lo sciopero virtuale, una penale per le imprese 10 volte superiore a quella dei lavoratori. Ecco, intanto cosa prevede oggi il testo. L'adesione preventiva del singolo lavoratore sarà prevista per via contrattuale o, in assenza di accordo o contratto collettivo, nelle regolamentazioni provvisorie almeno con riferimento a servizi o attività di particolare rilevanza. Lo sciopero virtuale, inteso come manifestazione di protesta con garanzia dello svolgimento della prestazione lavorativa, potrà essere reso obbligatorio per determinate categorie professionali nei servizi essenziali. L'astensione virtuale sarà disciplinata dalla contrattazione e dovrà esserci un danno anche per la controparte. Arriveranno multe per chi decide forme di protesta che causano il blocco di strade, autostrade e aeroporti e servirà un congruo anticipo per revocare uno sciopero. La revoca all'ultimo minuto «sarà possibile solo se c'è un accordo definitivo», che fa decadere le ragioni stesse della mobilitazione. Le sanzioni per le violazioni alla legge, poi, verranno riscosse da Equitalia.