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La Cgil continua a opporsi alle riforme del governo

Guglielmo Epifani

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Proprio quelle sigle alle quali il disegno di legge del ministro Sacconi vorrebbe spuntare le armi e togliere quel potere ricattatorio che finora hanno usato in modo indiscriminato. Il provvedimento che oggi sarà all'esame del Consiglio dei ministri affronta in modo particolare la conflittualità nel sistema dei trasporti perchè è lì che c'è la maggiore incidenza di scioperi selvaggi. Qualche dato? Nella relazione annuale della Commissione di garanzia sugli scioperi emerge che nel 2008 sono stati effettuati 856 scioperi tra nazionali e locali, oltre la metà dei quali nei trasporti con una crescita rispetto al 2007 del 17%. Il settore più colpito è quello aereo con 171 fermate nel complesso e 57 di rilevanza nazionale (quasi una ogni sei giorni) in forte crescita rispetto alle 39 del 2007 soprattutto a causa della vicenda Alitalia. Il presidente della Commissione Antonio Martone ha sottolineato che proprio «i recenti scioperi dell'Alitalia hanno fatto emergere anomalie e inadeguatezza». Il disegno di legge interviene proprio sul settore dei trasporti. Veniamo ai contenuti. Possono proclamare uno sciopero le sigle sindacali con una soglia del 50% di rappresentatività e i lavoratori che intendono aderire devono comunicarlo in anticipo. Nel caso in cui le adesioni non superino il 50% sarà obbligatorio un referendum consultivo preventivo. È previsto anche lo sciopero virtuale per i servizi pubblici essenziali. In pratica i dipendenti lavorano garantendo il servizio ma sia loro che l'azienda devolvono il corrispettivo (non pagato) dello sciopero in beneficenza. Regolamentato anche il settore dell'autotrasporto: vengono vietate forme di protesta «lesive» del diritto alla mobilità e alla libertà di circolazione. Il ministro del Lavoro Sacconi ha sottolineato che «sulla riforma c'è una larga convergenza manca però la Cgil» e comunque «non si accettano veti». Il segretario Epifani non è stato zitto: «Stia attento, sul diritto di sciopero bisogna procedere con molta attenzione. Se c'è qualcosa da aggiustare lo si può vedere. Ma se si vogliono introdurre forzature che limitano poteri e prerogative è altra questione». Ma il presidente della Camera Gianfranco Fini ha commentato a tono: «Non si tratta di soffocare il diritto di sciopero, ma di armonizzarlo con l'esercizio degli altri diritti di tutti i cittadini, in un'opera di bilanciamento». Poi Fini ha anche auspicato che almeno alcuni aspetti dell'esercizio del diritto dello sciopero, «possano essere riassorbiti sul terreno politico delle trattative tra datori di lavoro e sindacati» e comunque va «avviata una riflessione sulla tenuta della vigente disciplina di settore per individuarne lacune» e aggiornarla. Duro il ministro Brunetta: la priorità è la mobilità dei cittadini. Una minoranza non può tenere ostaggio una maggioranza.

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