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Intercettazioni: ultimo bluff

Silvio Berlusconi

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Invece, dopo oltre un anno, la Procura della Repubblica di Roma ha chiesto l'archiviazione dell'inchiesta e la distruzione delle intercettazioni che riguardavano il premier e l'ex dirigente di viale Mazzini. La storia risale al dicembre del 2007. Al governo c'era ancora Romano Prodi ma le tensioni dentro la maggioranza erano altissime. E da più parti si parlava di una «spallata» da parte di Berlusconi a quella fragile coalizione. Poco prima di Natale, però, dalla procura di Napoli arriva l'annuncio di un'inchiesta nei confronti del leader di Forza Italia e di Saccà. Il motivo? Secondo i magistrati napoletani Berlusconi aveva segnalato al telefono ad Agostino Saccà i nomi di cinque attrici — tra le quali Elena Russo, l'ex tronista Vittoria Ferranti e Antonella Troise — sottolineando le loro «qualità professionali» per farle assumere. In cambio Berlusconi, nelle telefonate intercettate, avrebbe promesso all'allora direttore di Rai Fiction un suo interessamento per le sue attività private. In una intercettazione telefonica del luglio del 2007 il Cavaliere parlando con Saccà dice: «Sai che poi ti ricambierò quando sarai dall'altra parte, quando tu sarai un libero imprenditore...». A questo punto Saccà ride e Berlusconi replica: «Mi impegno a darti un grande sostegno». Secondo l'accusa, però, il leader di Forza Italia non raccomandava le «fanciulle» per sè ma perché erano spinte da alcuni senatori del centrosinistra. I quali, a loro volta, avevano promesso che se il premier si fosse interessato alle loro «sorti» avrebbero preso in considerazione l'idea di passare nel centrodestra e far così cadere Prodi. Quest'ultima accusa — aver cercato di «comprare» esponenti della maggioranza — è stata archiviata quasi subito. Ma era rimasta in piedi l'altra. Sulla quale alcuni giornali e settimanali avevano abbondantemente intinto la penna per attaccare il Cavaliere. «L'Espresso», ad esempio, il 26 dicembre del 2007 esce con un articolo a firma Peter Gomez e Marco Travaglio dal titolo «Alì Saccà story» in cui si ripercorre tutta la storia del dirigente di viale Mazzini. «La Repubblica», invece, il 20 gennaio 2008 titola «Berlusconi-Saccà, non solo raccomandazioni» e l'Unità, con un editoriale di Furio Colombo, va anche oltre: «La compravendita, Premiata ditta Berlusconi-Saccà». Ieri però la Procura di Roma ha deciso l'archiviazione dell'inchiesta e la distruzione di tutte le intercettazioni per «assicurare il massimo della tutela possibile alla riservatezza dei soggetti coinvolti». Secondo i giudici di Roma, infatti, «non vi è certezza sull'esistenza di un "do ut des"». E a proposito delle frasi pronunciate da Berlusconi su futuri aiuti a Saccà, la Procura rileva in proposito che «non si può non rilevare la estrema genericità della asserita promessa corruttiva che emerge da questa telefonata». Inoltre secondo quanto si legge nella richiesta di archiviazione l'allora direttore di Rai Fiction non era incaricato di pubblico servizio. «Appare logico concludere che l'attività pubblica della Rai è di regola limitata alla trasmissione, non anche alla realizzazione dei contenuti. Prova ne è che la stessa direzione fiction può ben acquistare oltre che produrre i contenuti destinati alla futura ed eventuale trasmissione».

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