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"Non ci può essere unità sempre a scapito nostro"

Paola Binetti

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Lo stesso che l'ha lanciata in politica.   È preoccupata per quello che sta accadendo all'interno del Pd? «Sì. La mia preoccupazione è di due tipi. Anzitutto sono preoccupata dal contenuto delle proposte perché credo che il Pd debba avere una posizione garantista sul tema della vita. Per questo voterò il testo del Pdl che, su argomenti come nutrizione e idratazione, accanimento terapeutico, eutanasia, non dice nulla di diverso dalla proposta presentata da me e dalla senatrice Baio». E la seconda obiezione su cos'è? «Riguarda il pressing costante affinché il partito assuma non una posizione prevalente, ma una posizione unica. È curioso che questo accada in un partito in cui non c'è una posizione unica su quasi niente».   Quindi Rutelli fa bene ad alzare la voce? «Quella subita da Rutelli è un'aggressione incredibile. Ma, a prescindere dalla legge, è pericoloso il modo di trattare il pensiero e la cultura cattolica».   Eppure oggi avete un leader che è espressione di quella tradizione. «Credo che, con questa posizione, si voglia far vedere che il Pd è laico. Ma anch'io sono una laica cattolica e non è possibile che, ogni volta che esprimo il mio pensiero, debba essere trattata come il suddito di uno Stato straniero. Anche perché è più difficile fare quello che facciamo io e Rutelli che uniformarsi al pensiero unico». Sta dicendo che Franceschini non garantirà i cattolici? «Io credo che su questo tema si sia voluto inviare un messaggio alla periferia facendo vedere che il partito c'è e che il leader controlla la situazione. Ma questo messaggio se rassicura alcuni, può essere dirompente per altri».   Quindi è vera la storia della scissione? «Non si può urlare alla scissione ogni volta che la cultura cattolica esprime, con libertà, il proprio pensiero. Il Pd si è lanciato nell'ardua impresa di avvicinare diverse posizioni. Ma è chiaro che non può esserci un'identità forte a scapito di un'altra che si autosacrifica. O si convive con pari dignità o servirà un soggetto terzo in cui nessuno si senta sacrificato».   Ma, sinceramente, lei è soddisfatta della scelta di Franceschini? «Era la scelta più ovvia, anche tenuto conto dei tempi tecnici. Staremo a vedere cosa accadrà. Il dibattito sul testamento biologico non sarà indolore, poi ci saranno le alleanze per le amministrative e le candidature. Vedremo se riuscirà ad essere il segretario di tutti o se favorirà una parte a discapito di un'altra».

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