Banche, asse italo-francese contro le nazionalizzazioni
{{IMG_SX}}"Nel contesto finanziario italiano è uno scenario di scuola più che un'opzione concreta" dice tranchant mentre rilancia i Tremonti bond come "uno strumento idoneo a sostegno delle banche". Ma gli istituti di credito probabilmente non la pensano allo stesso modo se finora, come ha rilevato lo stesso Berlusconi, nessuno ne ha fatto richiesta. Anzi ieri l'amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel ha detto che l'istituto non utilizzerà i bond governativi. Il livello di patrimonializzazione è tale da «non rendere necessario alcun aiuto di Stato». Ma Nagel ritiene comunque che «questa rete di salvataggio possa essere molto utile per il sistema bancario». Va ricordato che i cosiddetti Tremonti bond sono nuovi strumenti finanziari, sottoscrivibili dal Tesoro, in grado di rafforzare sotto il profilo patrimoniale le aziende di credito che li emettono e che permette loro di tenere aperto il rubinetto del credito all'economia. Quindi se nessuno ne fa ricorso se ne deduce che il livello patrimoniale è tale da non richiederne l'uso e che quindi il sistema bancario è in grado di far fronte alle richieste di maggior credito da parte delle imprese. L'Abi è cauta sui bond governativi. «Credo che le banche aderiranno ma bisogna anche vedere quali saranno i termini contrattuali perchè ci sono una serie di impegni» afferma il direttore generale Giuseppe Zadra. Quanto al rapporto tra le banche e le imprese, ha spiegato che gli istiuti «non hanno cambiato i criteri di assegnazione del credito ma si devono domandare quali sono i modi che queste imprese hanno per rimborsare questi soldi». Il problema è che «non sappiamo quanti consumatori e imprese nel corso del 2009 saranno in grado di restituirci i soldi. Nell'ultimo anno le sofferenze sono aumentate». Però «gli istituti di credito italiani stanno meglio di altri perchè negli ultimi 7-8 anni non si sono dedicati alla finanza derivata». L'ipotesi della nazionalizzazione delle banche è stata nell'agenda dell'incontro tra il presidente francese Sarkozy e Berlusconi. Entrambi hanno convenuto che il sistema bancario è solido, migliore di quello tedesco e inglese e quindi non richiede questo strumento. Berlusconi ha sottolineato che il sistema bancario italiano gode di buona salute tant'è «che non ha utilizzato ancora il sostegno dei 10-12 miliardi di euro messi a disposizione con i Tremonti-bond (i cui decreti attuativi arriveranno a breve) e quindi la nazionalizzazione è un'ipotesi in nessun modo realizzabile». Sarkozy ha espresso la sua preferenza verso le ricapitalizzazioni e le garanzie statali. C'è poi un altro problema. Il presidente francese ha detto che «alcuni partner parlano di una possibilità di bad bank». Però «se alcuni fondi lanciano questo processo gli altri dovranno fare la stessa cosa?» Per questo i due Paesi insisteranno «su di una soluzione europea».