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E compatta e si sono divisi in base alla singola coscienza ...

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Tematiche che solitamente sono considerate di nicchia tra opinionisti, sociologi e teologi, hanno altresì conquistato le prime pagine dei quotidiani. In tutto questo si inserisce il ruolo di noi cattolici in politica, fondamentale non per garantire le posizioni o le «quote» di spazi conquistate in passato da questa o quella religione, ma per ribadire una laicità che sia alla base di una pluralità religiosa e culturale. Guai ad uno Stato che non fosse terzo nei confronti di tutti i suoi cittadini e facesse partigianerie per l'una o l'altra religione. Proprio perché siamo convinti dell'attualità e della validità del messaggio cristiano, abbiamo il dovere di garantire un terreno di confronto che permetta alla Chiesa di sprigionare le potenzialità di universalità di una religione che non può essere semplicemente concepita come l'ideologia dell'Occidente. Da cattolico credo nella testimonianza di Alcide De Gasperi e nella laicità della politica. Allo stesso tempo, sono consapevole del ruolo essenziale che i cristiani hanno nella vita pubblica e del contributo che da essi può venire a una visione alta e nobile dell'agire politico. Dovremmo rileggere con attenzione i tanti passaggi del pensiero di questo statista, riconosciuto da molti come il più laico della storia. Nello scontro che ebbe con Pio XII sulle elezioni romane del 1952, De Gasperi sarebbe stato disponibile ad obbedire al Pontefice dimettendosi da capo del partito cattolico. Nella veste di responsabile politico, però, non fu disposto a piegarsi alle direttive politiche del Vaticano. Dal momento della sconfitta dell'ipotesi del listone di destra per Roma, Pio XII rifiutò al presidente del Consiglio qualsiasi udienza in Vaticano. Di fronte a questa presa di posizione il leader della Dc disse testuali parole che rappresentano ancora oggi una grande testimonianza del valore della laicità: «Come cristiano accetto l'umiliazione benché non sappia come giustificarla; come Presidente del Consiglio italiano e ministro degli Esteri, la dignità e l'autorità che rappresento e dalla quale non mi posso spogliare anche nei rapporti privati, m'impone di esprimere lo stupore...». Tutto ciò per spiegare come con coraggio, anche nella storia ci sono stati esempi di forti contrasti nei rapporti tra Stato e Chiesa e come questi abbiano dato un forte contributo nell'evolversi del nostro sistema politico. Se oggi non si ripetono scontri così accentuati è anche perché il nostro Paese è uscito dalla fase di rodaggio successiva ai primi anni della Repubblica, e sebbene ancora oggi si dibatta con vivacità, ognuno ha la sua sfera di competenza e non invade l'altrui campo. Seppur al Governo non ci sia più da 15 anni un partito espressamente cattolico, ma anzi spesso c'è stata una presenza determinante di comunisti e radicali, nessuno di noi osa mettere in discussione valori condivisi su cui poggia la nostra convivenza civile. E penso alla solidarietà, alla pace, alla vita, alla famiglia, alla libertà. Possiamo avere un milione di sfumature diverse nel concepire questi grandi valori universali, ma nessuno di noi è pronto a metterli in discussione o addirittura a volerli cancellare. È questa la forza di uno Stato laico che non dimentica le sue radici giudaico cristiane che affondano in 2000 anni di storia e di tradizione. Solo il riconoscimento laico di tutte le identità religiose può portare a quel multiculturalismo che è necessario per estirpare alla base qualsivoglia tentazione integralista o fondamentalista che minerebbe le basi della nostra libertà. * Antonio Mazzocchi Presidente dei Cristiano Riformisti

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