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Franceschini contro il Cav: "Va contro la Costituzione"

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Dario Franceschini

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Così il neo eletto segretario del Partito democratico Dario Franceschini ha voluto inaugurare la sua «nuova stagione» del partito, giurando su una copia della Costituzione italiana portata direttamente dal papà Giorgio, partigiano durante la seconda guerra mondiale. «Giuro di essere fedele alla Repubblica e di osservare le leggi e la Costituzione ed esercitare le funzioni di segretario del Partito democratico nell'interesse esclusivo della nazione». Un giuramento anomalo per un leader di partito dato che le parole da lui pronunciate sono le stesse che vengono dette dal presidente del Consiglio e dai ministri del suo governo il giorno del giuramento davanti al Capo dello Stato. Ma dietro ad un gesto politicamente significativo e innovativo si nasconde il vecchio modo di fare politica. E così, per la seconda volta in soli due giorni di reggenza, Franceschini tuona contro il presidente del Consiglio: «Ha in mente un Paese in cui il potere viene più tacitamente concentrato nelle mani di una sola persona. Questo è contro la Costituzione su cui ha giurato fedeltà». Una dichiarazione che assomiglia molto a quella contenuta nel suo discorso tenuto dallo stesso Franceschini all'assemblea nazionale del partito. Anzi sembra proprio una sua continuazione: «Berlusconi disprezza i principi della nostra democrazia e offende la Costituzione. E noi riformisti dobbiamo anche saper alzare la voce. Berlusconi non vuole governare il Paese. Ha in mente di diventare il padrone d'Italia e vuole una forma di autoritarismo. Attacca la Costituzione, cinicamente, davanti al letto di una ragazza morente. Autorizza le ronde facendoci vergognare nel mondo». La strategia di Franceschini, che fino ad ora non ha portato grande successo a nessuno dei suoi predecessori, stupisce anche Berlusconi che incredulo commenta: «Non mi fido mai di quello che voi riferite degli altri, ma se avesse detto così, avrebbe detto una cosa irreale, perché io ho giurato sulla Costituzione e ne sono un assoluto sostenitore». Una bocciatura sonante per le parole del nuovo leader del Partito democratico, che costringono tutto il Pdl a far quadrato attorno al premier. Così Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera: «Franceschini continua e esprimere un antiberlusconismo viscerale anche se, su questo tema Di Pietro non ha rivali. Anche per il suo collega al Senato, Maurizio Gasparri, «Franceschini usa simboli e insulti per riempire un vuoto che resta tale. Come partenza ci aspettavamo qualcosa di più originale». «Franceschini - attacca Gaetano Quagliariello, vicepresidente vicario dei senatori del Pdl - inizia da dove Veltroni ha fallito, usando la Costituzione come scudo di parte nel tentativo di coprire le proprie debolezze e di offendere la sovranità popolare. Se vuole il nostro rispetto, inizi con l'averlo. E si ricordi che sbagliare è umano ma perseverare è diabolico». Silenzio, invece, dalla Lega che continua a predicare prudenza al centrodestra verso il Pd, preoccupata di guidare in porto senza ostacoli il ddl sul federalismo fiscale.

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