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"Lui o Walter è la stessa cosa. Nessuno crede più nel progetto"

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«Io sono un ex comunista, moderato, della sinistra democratica. Insomma - dice Arnaldo, dipendente Alitalia in pensione ("ai tempi in cui si mangiava bene", specifica) - non posso andare da un estremo all'altro. Questo cambiamento, a parte che è provvisorio, non lo capisco». «Voglio dire — continua — mi meraviglio che per il dopo Veltroni non ci sia un vero politico di sinistra. Io avrei preferito la Finocchiaro, Bersani o D'Alema, anche se questo nome devo farlo tappandomi il naso, perché qualche "casino" lo ha fatto pure lui». «Non è Franceschini il problema — gli fa eco il signor Fabrizio, settant'anni, che ha lavorato 33 anni con lo stato maggiore della Marina — il problema vero è il partito!». Fabrizio, socialista, sottolinea che per lui «il leader è relativo». «Mancano le idee — dice — quando c'erano le abbiamo buttate via. Quindi, Franceschini o meno, per noi non cambia nulla. È un bravo ragazzo, per carità, ma gli manca il coraggio, come mancava a Veltroni. Anzi, so già che il partito si spaccherà». Se avesse potuto scegliere? «Avrei scelto D'Alema — afferma deciso Fabrizio — Così non concludono niente, alle prossime elezioni si prendono una bella "scoppolata". Al partito democratico manca una vera identità». Più in disparte Alberto, che assiste alla discussione e che non riesce a trattenersi: «Buona, anzi, Franceschini è un'ottima scelta. Ma ancora non ho capito perché si è dimesso Veltroni. Capisco la scelta di eleggere direttamente un segretario in vista delle amministrative e delle europee, ma le dimissioni di Veltroni sono state troppo frettolose, a sei mesi dal congresso. Però sono convinto che il problema di questo partito, che ha delle grandi responsabilità, è che non sceglie, non decide. Basti pensare al caso Englaro. Il problema non è da dove proviene Franceschini». Ci sono mille altre domande a cui Alberto non riesce a dare una riposta. «Veltroni ha detto sempre "io vado avanti da solo". E allora perché non ha tirato fuori niente? E poi, chi ha scelto Rutelli? E perché vinciamo alla Provincia di Roma e lasciamo il Comune ad Alemanno?». Intanto, per strada, altre due vecchie conoscenze del circolo «battibeccano» sulle loro preferenze. Per la signora Luciana «Franceschini va bene, anzi, è "gajardo". Non dimentichiamoci che è figlio di partigiani, viene dall'Emilia rossa». Ma Stelvio, infervorato, si concentra sul partito: «Il Pd non è più credibile. É fallito il progetto. Se non convinci e seguiti a perdere, la gente non ti vota più». Intanto ad Alberto è rimasto un ultimo dubbio: «Cosa intende Franceschini quando dice "noi non faremo parte del Pse, ma andremo verso un contesto dove è compreso il Pse?».

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