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Franceschini: "Berlusconi è contro la Costituzione"

Dario Franceschini con il padre Giorgio

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«Il presidente del Consiglio ha in mente un Paese diverso. Ha in mente un Paese in cui il potere viene più tacitamente concentrato nelle mani di una sola persona. Questo è contro la Costituzione su cui ha giurato fedeltà». A sostenerlo il neo segretario del Partito democratico, Dario Franceschini, questo pomeriggio nella sua città natale, Ferrara, per giurare simbolicamente fedeltà alla Carta costituzionale. «È anomalo che un dirigente politico -fa notare Franceschini- legga la formula di giuramento alla Costituzione che è imposta soltanto al presidente del Consiglio dei ministri». «Non è il momento della delusione, non è il momento dell'astensionismo, non è il momento del disimpegno», conclude il segretario, facendo appello a tutti gli italiani «che credono nei valori condivisi che hanno fatto nascere la nostra Costituzione, dall'antifascismo e dalla resistenza, in modo civile, pacifico e democratico». Per loro arrivato il momento che «comincino una lunga battaglia per difendere la democrazia italiana».   Alle spalle ha il castello di Ferrara, un luogo simbolico della resistenza dove il 15 novembre del 1943 undici cittadini vennero trucidati dal fascismo. Attorno a sè ha diverse centinaia di persone - di Ferrara e fuori città - venuti a sostenerlo nel primo giorno del suo nuovo incarico. Così il neo eletto segretario del Partito democratico Dario Franceschini ha voluto inaugurare la sua 'nuova stagione' del partito, giurando su una copia della Costituzione italiana portata direttamente dal papà Giorgio, partigiano durante la seconda guerra mondiale. "Giuro di essere fedele alla Repubblica e di osservare le leggi e la Costituzione ed esercitare le funzioni di segretario del Partito democratico nell'interesse esclusivo della nazione". Appena ha finito di pronunciare queste parole Franceschini si è limitato a dire: "E' anomalo che un dirigente politico legga la formula di giuramento alla Costituzione che è imposta soltanto al presidente del Consiglio dei ministri - ha detto - credo che ci aspettino mesi molto duri". Quello di oggi, ha aggiunto il neo segretario, "non è il momento nè il luogo per fare discorsi; voglio ringraziare voi e la città per la sua tradizione civile, democratica e antifascista. Mi scuso con mio papà per l'emozione che gli ho dato, e anche mia mamma che oggi è qui con voi". Fino a qualche decennio fa, ha continuato, "la Costituzione, l'antifascismo e la laicità erano valori condivisi da tutte le forze politiche anche se contrapposte. Oggi sembra che non sia più così. Noi vogliamo che torni ad essere così. Saranno mesi e anni difficili, ma noi alla fine vinceremo". Con Dario Franceschini alla guida del Pd, «l'unica cosa chiara è la riproposizione dell'antiberlusconismo per galvanizzare le sue stanche truppe. Ha evitato di affrontare i veri nodi che hanno travolto Veltroni». Lo afferma Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl, in un'intervista. «Franceschini - aggiunge - ha fatto un'operazione di oratoria politica pur di evitare il ricorso alle primarie. Sarebbe stata una sconfitta per lui e per i gruppi dirigenti che l'hanno proposto, ma le questioni restano. Il Pd è stretto in una morsa. Da una parte c'è l'Udc che lancia una alternativa ai settori della Margherita in sofferenza, dall'altra c'è Di Pietro che strilla. Tutti e due mordono lì. Ma se Casini non è» una loro creatura, «Di Pietro l'hanno creato ed ora se li divora». Infine , Cicchitto sostiene che Franceschini non rappresenta una risposta di 'centrò «perchè è nel solco della continuità di Veltroni e poi perchè storicamente è il più appiattito sui Ds», che «l'hanno scelto proprio per evitare di scegliere il Pd». Giudizi duri sul neosegretario del Pd anche da Daniele Capezzone, portavoce di Forza Italia. «Franceschini - dice - parte malissimo, scegliendo un antiberlusconismo viscerale e rancoroso. È una linea minoritaria, che lo costringerà a fare concorrenza (perdente) a Di Pietro

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