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Berlusconi fa pressing su Sarkozy misure forti, no al protezionismo

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Tra i tre leader politici c'è identità di vedute: da Berlino e dal vertice del G20 del 2 aprile dovranno venire risposte forti e condivise alla crisi e soprattutto la condanna a forme di protezionismo. Il vertice di Berlino è stato convocato dalla cancelliera tedesca Angela Merkel con l'obiettivo di mettere a punto una posizione con cui l'Europa dovrà presentarsi a Londra il 2 aprile al summit del G20. «Vogliamo assicurare che in futuro non ci siano più spazi vuoti quando si tratta di controllare i prodotti dei mercati finanziari, i giocatori sul mercato e gli strumenti», ha detto la Merkel sottolineando che occorre arrivare all'appuntamento di Londra «con un fronte unito e ambizioso». Sarkozy ha respinto le accuse di protezionismo per gli aiuti di Stato concessi alla Renault e alla Peugeot-Citroen ma ha anche ribadito che «non appoggerà nessuna misura che non dia una risposta ambiziosa alla crisi». Il 2 aprile a Londra ci sarà anche Barack Obama e questa volta il G20 non potrà accampare la scusa della vacatio americana, come successe a Washington lo scorso novembre. Con la crisi che morde le banche del pianeta e minaccia le economie emergenti dei Paesi dell'Europa dell'est, la convocazione di un'ulteriore riunione dei Venti Grandi (magari alla Maddalena dove il G8 potrebbe crescere di formato) sarebbe da sola quasi come l'ammissione di un fallimento. Fare presto e fare bene, quindi. Questa sembra essere la parola d'ordine alla vigilia di questa inusuale riunione dei Grandi d'Europa a Berlino alla quale, un po' in sordina, sono stati invitati anche la Spagna e l'Olanda. Tra gli addetti ai lavori circola un certo ottimismo sulla possibilità di arrivare a una linea comune. L'Italia insisterà molto su un punto squisitamente politico: ovvero bisogna dare corpo a quello che si è detto fino ad oggi, trovare cioè la sintesi con «misure concrete». Certamente ancora una volta verrà affrontato il problema di fondo di quale architettura finanziaria costruire per il futuro, di quale sarà l'organismo finanziario permanente che vigilerà sulle questioni economiche. Di come rendere, secondo la posizione dell'Italia, il funzionamento dei mercati internazionali più etici e sostenibili, con standard di trasparenza ed efficienza. Se e come sorvegliare le agenzie di rating, accusate da Francia e Germania di non aver vigilato a sufficienza sul mercato. A Berlino i leader europei affronteranno il problema della riforma delle istituzioni finanziarie, della regolamentazione degli Hedge Fund, come chiedono Francia e Germania, e forse anche il problema dei paradisi fiscali. Ma come sempre accade, sarà l'emergenza sul terreno a dettare l'agenda: i colloqui di Berlino non potranno quindi evitare di concentrarsi sulla gravissima crisi che sta investendo le banche europee. Ma anche sui rischi, per la zona euro, rappresentati da Paesi con altissimo debito pubblico. E su questo Tremonti darà ampie rassicurazioni agli alleati europei. Il ministro dell'Economia ha già più volte detto che l'Italia non vuole deroghe al Patto di Stabilità. Berlusconi e Tremonti ribadiranno con forza che l'Europa deve essere chiara su un aspetto che può sfuggire di mano sull'onda lunga delle misure anti-crisi: bisogna mantenere fermo l'impegno contro il protezionismo.

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