Veltroni: "Non ho fatto il partito che sognavo"

«Mi prendo la responsabilità di non essere riuscito a fare il partito che volevo. Non ce l'ho fatta e chiedo scusa per non avercela fatta». Lo ha affermato il segretario dimissionario del Pd, Walter Veltroni, nel corso dell'incontro con la stampa a Roma. Veltroni ha cominciato il suo discorso parlando di rimpianto, sottolineando che il Pd "è stata una buona idea ma partita troppo tardi, perchè sarebbe dovuta nascere già nel 1996 dopo la vittoria di Romano Prodi". "L'idea dell'Ulivo - ha spiegato Veltoni - era la possibilità di cambiare il Paese, cosa che il governo Prodi, che al suo interno aveva due ministri che sarebbero poi diventati presidenti della Repubblica, aveva iniziato a fare. E se l'esperienza di quel governo fosse andato avanti tutto il corso della storia italiana sarebbe stato diverso". "Il vero segno distintivo del Pd è la vocazione maggioritaria"ha inoltre aggiunto Walter Veltroni. "La vocazione maggioritaria del Pd è la cosa a cui tengo di più". Per Veltroni, l'obiettivo del Pd deve essere "conquistare la maggioranza dei consensi", una cosa che finora non è mai accaduta neanche quando si sono vinte le elezioni. Un obiettivo da raggiungere "ovviamente non solo con il Pd, ma certamente con una maggioranza riformista. Il Pd non deve essere il vinavil che tiene incollate cose diverse". Silvio Berlusconi "ha stravolto i valori e costruito un sistema di disvalori contro i quali bisogna combattere con coraggio, va fatto un lavoro profondo nella società - ha continuato Veltroni - dire queste cose non è anti-berlusconismo, ma è esercizio della critica che in democrazia è un valore". "Berlusconi - ha aggiunto l'ex segretario del Pd - non ha solo vinto le elezioni ma una battaglia egemonica travolgendo le tradioni italiane e i suoi valori. Berlusconi ha stravolto l'Italia con i suoi disvalori e noi dobbiamo anche sapere andare contro il vento e le cose che dice oggi appaiono normali. Il mio non è antiberlusconismo ma la dialettica fra maggioranza e opposizione, invece quello che gronda dai giornali della destra è che non esiste qualcuno che la pensa diversamente da loro». Il Pd di oggi non è quello che Walter Veltroni aveva in mente. Walter Veltroni si assume la "responsabiltà" della incompiutezza del progetto ma sottolinea che tutto ciò è accaduto per il "tentativo di tenere tutti uniti". "Mi prendo la responsabilità, tutta intera, di non avercela fatta a fare il partito che sognavo. Sento di non aver corrisposto alla spinta di innovazione che c'era". Tutto ciò è accaduto per un motivo, precisa, "ho seguito un riflesso antico che io considero un valore: il tentativo di tenere tutti uniti. Anche se poi, come spesso succede, non ci si riesce". Per rilanciarsi il Pd ha bisogno di "forze ed energie nuove". Il segretario dimissionario Walter Veltroni, durante la conferenza stampa convocata per spiegare le ragioni della sua scelta, invoca per il futuro del partito un ricambio generazionale. "Adesso - ha concluso Walter Veltroni - lascio con serenità, e vado via senza sbattere la porta".