Rutelli, i tormenti di un ex di successo
Ma c'è anche chi invece, annusando l'aria dentro le riunioni dei Democratici, è pronto a scommettere che Francesco Rutelli si stia preparando il campo per tentare di giocare una partita per la prossima leadership nel Pd. Magari accanto a Bersani per riequilibrare l'asse verso il centro. Fatto sta che in un momento turbolento come quello che sta attraversando il Pd è difficile credere che l'ex sindaco sia disposto a fare un passo indietro. Anche se sa che la sua è una partita difficile, difficilissima. Perché di alleati dentro il partito non ne ha molti. Per il momento ha fatto il battitore libero sul caso Eluana, votando la mozione del Pdl insieme a un grappolo di senatori teodem, tentando così di restare un punto di riferimento per il mondo cattolico. E per questo è stato anche criticato da Rosy Bindi «Ma chi vede in questa decisione una mossa politica sbaglia di grosso — commenta Enrico Gasbarra, deputato Democratico che ha condiviso un pezzo della sua carriera politica con Rutelli — Francesco lo ha fatto per convinzione profonda, su alcuni argomenti da molti anni ormai ha una sua posizione che è determinata dall'essersi avvicinato alla religione». Ma le sue scelte non possono ovviamente non far piacere al mondo cattolico. «Anche se — avverte il senatore Lucio D'Ubaldo — quella è un'area difficilmente collocabile politicamente. E poi alle ultime elezioni per il sindaco di Roma si è visto che quei voti non sono andati certo a Rutelli. Però è vero che Francesco sta provando a giocarsi la sua carta per riequilibrare il partito se dovesse veramente passare la candidatura di Bersani. Tanto è vero che ora è molto più vicino a D'Alema che a Veltroni. Al di là delle "carinerie" di rito». Ma i conti, se mai questo tentativo dovesse riuscire, l'attuale presidente del Copasir dovrà farli anche con tutta l'area degli ex Popolari che in questo momento preferisce invece far quadrato attorno a Veltroni. E ignorare le mosse di Rutelli. Ma soprattutto l'ex sindaco dovrà passare attraverso l'esame di Franco Marini. Il quale però non sembra, al momento, molto propenso ad appoggiarlo. «Marini — spiega ancora Lucio d'Ubaldo — è stato il primo sostenitore di Veltroni ma ora ha capito che non è l'uomo giusto ed è disposto a discutere la candidatura di Bersani». Magari però appoggiando anche un altro centrista, Enrico Letta, che potrebbe a quel punto diventare addirittura il candidato unico di D'Alema se dentro il partito dovesse salire troppo la tensione nei confronti dell'ennesima scelta di un uomo dei Ds al vertice dei Democratici. «È per questo che Rutelli non pensa a questa partita — commenta Luca Nitiffi, reponsabile esteri del Pd — sa che ha la strada chiusa. Credo si stia preparando ad altro, ad aprirsi la strada per una carica istituzionale per le prossime elezioni, ora che ha avuto anche la fortuna di trovarsi al posto giusto al momento giusto, alla presidenza del Copasir. Da lì stanno passando le questioni più delicate sulle quali dovrà lavorare il Parlamento». «E poi — conclude — siamo proprio sicuri che Veltroni accetterà di farsi mettere da parte?».