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Berlusconi "ricuce" con il Colle

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Silvio Berlusconi, dopo le polemiche dei giorni scorsi, cerca così di ricucire lo strappo con il Quirinale. Ma nel farlo, almeno implicitamente, ribadisce l'intenzione di rivedere la Costituzione nonostante l'altolà dell'alleato Umberto Bossi. «La sinistra mi ha accusato di aver attaccato il capo dello Stato e la Costituzione, ma non c'è niente di più falso!», attacca il Cavaliere in collegamento telefonico con "Panorama del giorno", su Canale 5. Berlusconi affronta per prima cosa i rapporti con il Colle. «Con il presidente Napolitano ho sempre avuto una cordialità di rapporti che sono sicuro rimarrà tale»; anche perché «non ho nessun interesse a non avere buoni rapporti con il capo dello Stato». L'altro tema che gli sta a cuore è quello della riforma della Costituzione. E il Cavaliere ci tiene a puntualizzare di non aver «mai attaccato» la Carta e semmai di averla «difesa» nel passaggio in cui affida al governo «la piena responsabilità di giudizio per quanto riguarda l'urgenza e la necessità» dei decreti legge. Precisato ciò, tuttavia, Berlusconi tiene il punto sulla possibilità che la Carta possa essere rivista, così come previsto nell'articolo 138 della stessa Costituzione. Ecco perché, prosegue, «chi parla di intangibilità della Costituzione dice una menzogna e finge di dimenticare che i cassetti del Parlamento sono pieni di progetti per modificarla e molti sono di quella stessa sinistra che ora mi accusa di voler attentare alla Costituzione». Nessuna retromarcia neanche sul caso di Eluana. Berlusconi annuncia anzi tempi brevi per il disegno di legge allo studio del Parlamento. Testo che dovrà «impedire qualsiasi forma di eutanasia» e soprattutto «il ripetersi di un fatto per noi inaccettabile e cioè la privazione dell'idratazione e dell'alimentazione». Se questi siano i primi segnali di una ritrovata intesa tra il Cavaliere e il Colle, difficile da dirsi. Di sicuro, presto ci sarà l'occasione di verificare il rapporto tra i due: il 19 febbraio il Capo dello Stato dovrà nominare un giudice costituzionale al posto del presidente Flick, in scadenza di mandato. Il decreto di nomina di Napolitano dev'essere controfirmato dal Presidente del Consiglio, il quale può negare il proprio assenso per mancanza di requisiti del candidato oppure per ragioni di opportunità. Il nome che circola con maggiore insistenza è quello di Luciano Violante. E Sarà un banco di prova interessante. Intanto, oggi il capo del Governo torna in Sardegna per la chiusura della campagna elettorale. Domenica, infatti, si voterà per eleggere il nuovo governatore sardo, un appuntamento che sembra ormai sfuggito dai canoni tradizionali del voto per assumere una valenza e significato che vanno al di là della stretta posta in palio. Quello che uscirà dalle urne appare sempre meno un risultato regionale, o locale che dir si voglia, e sempre più un test di valenza nazionale. A testimoniarlo non sono solo i toni in crescendo e le polemiche, quanto la presenza massiccia (nell'accezione letterale di grande partecipazione di persone o largo impiego di mezzi) di leader nazionali che nelle ultime 48 ore stanno facendo la spola con l'isola. Per oggi sono annunciati a Cagliari, giusto per fare pochi nomi, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il segretario del Pd Walter Veltroni, il leader dell'Idv Antonio Di Pietro. Nelle ultime ore, gli arrivi sono stati tanti, da far perdere il conto agli stessi mass media. Tanto per fare un esempio, a Sassari ieri sera è giunto, quasi inaspettato, il ministro della Giustizia Angelino Alfano, mentre a Cagliari, quasi «snobbati», hanno partecipato a un dibattito il ministro del Welfare del Governo ombra Enrico Letta e il già ministro del Lavoro Tiziano Treu. In tarda mattinata è arrivato anche il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini, mentre il ministro della Difesa Ignazio La Russa, dopo una visita ai «Cacciatori di Sardegna», nucleo speciale eliportato dei carabinieri di stanza ad Abbasanta, è sceso ad Oristano per una serie di iniziative elettorali. Presenze «illustri» a parte, nelle ultime ore la campagna elettorale è tornata ad accendersi dopo che l'altra sera i due principali contendenti, Renato Soru per il centrosinistra, e Ugo Cappellacci, per il centrodestra, si sono ritrovati per la prima volta «faccia a faccia» in un studio televisivo (quello dell'emittente Videolina di Cagliari). Per la chiusura si annuncia una sorta di bis dell'apertura, il 10 gennaio, quando Silvio Berlusconi dalla Fiera di Cagliari attaccava («Meglio Soru? no, meglio Soru a casa») e indicava per l'isola un futuro da «grande oasi del Mediterraneo», col governatore uscente dalla Maddalena a ironizzare sulla vocazione ambientalista del premier («sono lieto che sogni per l'isola un futuro da grande oasi ambientale, ma lo dovrebbe spiegare bene ai suoi»). Oggi il confronto sarà molto ravvicinato (il premier e Cappellacci al palazzetto dello sport e Soru alla Fiera, a poche centinaia di metri). Ma soprattutto non si annunciano toni da fair play.

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