Quella mossa temeraria di Chicco
Perché Chicco ama il rischio, confidando nella smemoratezza di chi lo segue: in ogni caso, ne esce bene. L'11 settembre 2004, quando annunciò in diretta il cambio di direzione nel suo telegiornale, aveva nella voce (pur incagliata nelle secche dell'emozione) il tono grave di un Churchill che chiede lacrime e sangue agli inglesi. Prima di consegnare a Rossella le chiavi dell'ufficio sul Palatino, prese un impegno postumo con i telespettatori: «Per quel che potrò vigilerò», come una divinità benedicente che aleggiava nello studio, primo tra i lari e i penati di un'informazione che, specificò, si fondava sul «patto tacito e chiaro di restare al servizio del pubblico e non questo o quel politico o imprenditore». Cavò a quelli che stavano a casa con la forchetta a mezz'aria un'ombra di commozione con quel confidenziale «ciao», subito dopo aver precisato che «il vittimismo mi ha sempre dato l'orticaria». Restava però in azienda, «per vedere se posso essere utile». Di lì a qualche mese, la sigla di Paul McCartney avrebbe reso riconoscibile a distanza "Matrix", l'incrociatore mandato a sparare contro la corazzata di Vespa, e a sacrificare chiunque si mettesse davanti alla bocca del cannone della correttezza e dell'obiettività. In una leggendaria puntata dell'aprile 2008 finì impallinato pure il Cavaliere, lasciato lì nell'oscurità come una Victoria Silvestedt qualsiasi mentre disegnava croci sulle schede elettorali. Non era la prima delle baruffe tra Silvio e Chicco: venuta l'estate, il premier si negò alle telecamere mentaniane per la serata sulle intercettazioni. «Solo i pazzi credono di essere indispensabili», ripete spesso l'anchorman. Appunto. L'altro ieri, per la puntata straordinaria su Eluana, il Nostro aveva in serbo qualche buona cartuccia, anche se non proprio uno scoop. Come il servizio da Udine dove si parlava diffusamente delle cartelle cliniche di Eluana (con particolari come la «tosse» della povera ragazza), che sarebbe poi andato in onda nell'edizione speciale del Tg5. Ma Mentana era stato fermato a un niente dal "prime time", perché il Grande Fratello premeva e (come poi i numeri hanno malinconicamente confermato) la gente preferiva - tristissimo dirlo - elaborare il lutto con le lacrime borderline di Federica cacciata dalla Casa piuttosto che con quelle (vere, e dolorose) che ingombravano l'anima di tutti. Paradosso di una serata maledetta, Chicco stava rompendo con Mediaset pochi giorni dopo il vaticinio di Daniela Martani. Seduta sulla poltroncina di "Matrix", la hostess appena fuggita dal reality aveva detto: «Non mi dispiacerebbe condurre questo programma al posto suo». Lì in piedi, Mentana aveva vacillato. Era già esacerbato dalle scaramucce con due generazioni di Berlusconi, e dalla protezione offerta all'ultimo arrivato, quel Chiambretti che gli mangiava fette di notte con la soap di Milingo e di Maria. Com'è ovvio, la sua non è stata un'intemerata. Andrà altrove, e non sarà una lunga traversata del deserto, come quella del sodale Sposini, che prima di riconquistarsi uno strapuntino in Rai aveva conosciuto il sole a corto raggio di TeleNorba. Silvio commenta: «Meglio così, non abbiamo primedonne». Villari propone: «La Rai non si faccia sfuggire uno come Mentana». Ma una volta fuori da San Macuto, nessuno ascolta più il prode Riccardino. Chicco è già lanciato verso Murdoch, che vuole affidargli un ruolo «a tutto campo» nello SkyTg24, senza sacrificare l'altro direttore Carelli, compagno d'epopea al Tg5. Per Mentana è pronta una sorta di supervisione editoriale, con licenza da incursore, senza lacci nè lacciuoli. Sanno, quelli della tv satellitare, che la guerra va combattuta adesso, perché entro il 2012 saremo tutti costretti al digitale, e il sodalizio Rai-Mediaset-Telecom (capaci di rivoluzionare i media collegando definitivamente il network a Rete e cellulari) è di quelli da far tremare i polsi agli avversari. Meglio ingaggiare subito Enrico, dicono a Sky. Dopo Fiorello, Cuccarini, Ficarra & Picone, magari Littizzetto e forse Celentano, è venuto il momento di raccontare robe serie. Per Chicco l'Autorevole si attende ad horas un messaggio nei cieli a pagamento di zio Rupert. Che per disarcionare il Cavaliere è disposto pure a combattere la battaglia di Mentana.